La notizia è che lunedì su Rai Sport 1  torna il Processo del Lunedì. E sinceramente non se ne sentiva la mancanza. Lo inventò quando ancora io ero piccolo, e si parla almeno di 35 anni fa, Aldo Biscardi che  non ha mai smesso di celebrarlo chiamandolo però col suo cognome sui network privati.  Lo “storico programma”  sarà condotto da Enrico Varriale e  andrà in onda dallo studio 5 di Saxa Rubra in una veste completamente rinnovata. E ci mancherebbe.  Tra le “grandi novità”  ci sarà il ritorno della moviola  e poi la discussione in studio con tanti ospiti: da Marino Bartoletti, Alessandro Vocalelli, da Rodolfo Laganà a Stefano Pantano ed Elisa Sergi  a Marco Civoli, Maurizio Ganz, Evaristo Beccalossi, Sergio Brio,  Gene Gnocchi e Gianni Ippoliti . Insomma tanta bella gioventù e soprattutto tante facce nuove. Ora senza nulla togliere al calcio, al processo, a Varriale e a tutta la compagnia di giro che per ore e ore si accapiglierà su fuorigiochi, difese a tre o a quattro, bravate di Balotelli e altri imprescindibili temi di attualità mi viene da chiedere quali sia il rapporto tra la Rai intesa come servizio pubblico e lo sport. Mi viene da chiedere per quale motivo oggi gli italiani appassionati di ciclismo non abbiano potuto seguire Nibali che si giocava la vittoria della Vuelta. Perchè  gli italiani appassionati di atletica non si possano gustare sulle reti di Raisport una maratona internazionale come New York o Boston tanto per fare due esempi. E perchè le gare di triathlon, di sci di fondo, di mtb e via così vengano annunciate in un orario e poi mandate in onda quando capita. Mi chiedo perchè ormai da anni su Raisport vanno in onda solo repliche della Domenica sportiva di 30 anni fa, vecchie partite di calcio degli anni 70 o intere serie di 90 minuto. E perchè, nonostante tutte le sedi Rai regionali che potrebbero seguirli, vengano soistematicamente ignorati tanti avvenimenti sportivi locali che porterebbero anche pubblico e pubblicità.  E quindi mi chiedo perchè lunedì riparta il Processo del lunedì