L’incubo di ogni triathleta
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C’è un mondo nella borsa di un triathleta. Un mondo che serve e che, soprattutto le prime volte, mette anche un po’ d’ansia. Un mondo da ricordare che la notte prima di una gara tutti hanno ripassato a memoria prima di addormentarsi. La muta, la cuffia, gli occhialini, le scarpe da corsa, il body, le calze, le ciabatte e un asciugamano. E ancora. Le scarpe per la bici , le borracce, i sali, i gellini energetici e il nastro per attaccarli alla canna, una maglietta asciutta, i guanti, gli occhiali, un berretto con la visiera, un tubetto di vaselina, il pettorale, le spille da balia , il numero adesivo da attaccare alla bici, quello da mettere sul casco e il casco. Comunque vada si dimentica qualcosa. Ed e’ un gran bel casino. Perché anche se non si corre per vincere in zona cambio il tempo e’ d’oro e scorre via veloce. Così pensate cosa dev’essere per chi si sta giocando la vittoria in una gara o una medaglia olimpica. Alessandro Fabian e’ sempre la’ davanti a giocarsela quindi per lui un secondo in più o in meno fa tanta differenza. E non trovare le scarpe che avevi messo sotto il tubo Innocenti dopo essere sceso dalla bici per primo non è’ una bella sorpresa. Da perderci la testa…è non solo quella della gara.