Olimpiadi 2024: a Milano è “guerra”
Una lite olimpica. La solita, non è una novità. Sulla candidatura milanese per poter ospitare i giochi del 2024 ci sono due correnti di pensiero. Quella della Regione Lombardia che suggerirebbe di provarci e quella invece più vicina a Palazzo Marino che di provarci pare non averne troppa voglia. E così una strada già tortuosa diventa impervia. E così il sogno di poter ospitare i Giochi diventa sempre più un sogno difficile da realizzare. L’ultima scintilla di questo tira e molla sulla via di Olimpia arriva dopo l’appello dell’assessore allo sport della Regione Lombardia, Antonio Rossi che ha chiesto a tutti i milanesi e ai lombardi di scrivere Giuliano Pisapia per chiedergli di sostenere la candidatura di Milano alle Olimpiadi del 2024. Un «sollecito» dopo che il sindaco nei giorni scorsi, durante un incontro con i vertici del Coni e il governatore Roberto Maroni, aveva dato più che l’impressione di voler cedere il passo alla candidatura di Roma «che nel 2025 avrà il Giubileo- aveva detto- e quindi si farà trovare più pronta». Un bel gesto per scongiurare una guerra tra città che potrebbe rivelarsi controproducente. Sarà. Ma il fairplay arancione non è troppo piaciuto in Regione e così l’assessore Rossi ha pensato bene di rilanciare aumentando, come faceva quando vinceva in canoa, il numero delle pagaiate: «Questa è un’occasione unica e da non perdere- ha spiegato- come lo è Expo 2015, per lo sviluppo della nostra regione e per il lavoro che ancora purtroppo latita. É giusto far sentire la voce del popolo di Lombardia su un tema così importante: è giusto scrivere al primo cittadino di Milano, perchè sostenga con più forza la candidatura che la Regione già sostiene». Insomma il Pirellone chiede al Comune mettersi in scia ma Palazzo Marino pare gareggiare in un’altra corsia. E così, da assessore ad assessore, arriva la replica di Chiara Bisconti: «Non serve scrivere lettere- spiega la responsabile comunale dello sport- Non abbiamo bisogno di continui derby, contrapposizioni e competizioni che rischiano di essere solo dannosi. Non c’è bisogno di fare appelli. Forse l’assessore Rossi si è appisolato durante la riunione di giovedì con il presidente del Coni e i rappresentanti italiani del Cio. Gli è sfuggito come proprio il presidente Malagò abbia apprezzato la volontà di perseguire un percorso unitario per vedere assegnate all’Italia le Olimpiadi del 2024. Se ci saranno più candidature non ci sarà nessuna votazione e quindi nessuna candidatura. Siamo tutti coscienti che i Giochi Olimpici sono una grande opportunità per il Paese e se giochiamo uniti avremo molte chance di vincere». Fine. Anzi no. «Ho solo chiesto ai milanesi di rivolgersi al sindaco senza offendere alcuno- replica Rossi– Se poi l’assessore allo Sport del Comune che dovrebbe sostenere la mia tesi mi rimbrotta, mi viene il dubbio che abbia poco rispetto della democrazia o peggio che abbia la coda di paglia. Non si tratta di un derby ma solo di dare voce ai cittadini dei nostri territori per capire se esiste un consenso su questo tema. E’fantascientifico sapere che alla Bisconti risultano urticanti gli appelli, quando il suo sindaco ne ha sempre legittimamente firmati decine e decine nella sua attività politica». Scintille che sembrano destinate a non finire. Perchè portano, come sempre succede, anche la chanche olimpica sul piano politico delle fazioni contrapposte. Però qualcosa sfugge ed è difficile spiegare ai sostenitori della scelta milanese che una rinuncia sia del tutto giustificata anche perchè Roma avrà pure il suo Giubileo ma su logistica e strutture a Milano molto già si potrebbe fare con l’Expo. Basterebbe ragionare con una prospettiva un po’ più di lungo raggio. E così a dar manforte all’assessore regionale Rossi arrivano anche i suoi amici della Lega: «Giustissimo l’appello dell’assessore- spiega il segretario provinciale di Milano Igor Iezzi– Scrivete, scrivete e inondate di lettere il sindaco che vuole regalare, senza combattere, le olimpiadi a Roma. Parlano tanto di partecipazione e ora hanno paura del giudizio dei milanesi?».