Se l’è giocata fino alla fine. Quasi fino all’ultimo miglio. Se l’è giocata come mi aveva promesso due giorni prima di partire per la Florida nel parcheggio della Dds a Settimo milanese mentre stava caricando in auto la sua bici finito l’ultimo allenamento di scarico. “Adesso vado dal meccanico a fare una messa a punto. Cambio la catena per guadagnare qualche watt e gli faccio dare un’occhiata al cambio elettronico perchè l’ultima volta mi ha lasciato a piedi . E stavolta non deve succedere…”.  E non è successo. Daniel Fontana sfiora il podio nell’Ironman della Florida e non farà i salti di gioia. Era venuto qui in cerca di riscatto. A caccia del suo sogno, essere il primo italiano a vincere un ironman. Era venuto in una terra che gli ha sempre portato fortuna e medaglie. “Corro come so fare- mi aveva detto sempre davanti alla Dds- E poi vediamo alla fine…”.  Se l’è giocata come promesso. Ha fatto ciò che si sentiva in questa fatica immane che sono 3,8 chilometri di nuoto, 180 in bici e 42 di corsa.  E cioè è andato fortissimo. Quarto, ma lottando come un leone in una gara che lo ha visto uscire dall’Oceano, dove ci sono onde che fanno paura anche quando c’è bel tempo,  in 49 minuti e qualche secondo. Che lo ha visto tenere il passo dei più forti in bici e arrivare al secondo cambio nelle primissime posizioni. Dietro al fenomeno americano  Andrew Starykowicz che ha chiuso la frazione in bici a oltre 44 di media ( Pazzesco! ) e poi però ha pagato dazio. E dietro al vincitore con il tempo record della gara di 7 ore 53 minuti e 11 secondi  lo spagnolo  Victor del Corral  che nella maratona ha davvero strapazzato tutti per poi crollare subito dopo il traguardo. Ma il capitano della Dds ci ha provato. Ad un certo punto della maratona era addirittura secondo. Seguito sul sito della gara con i suoi tempi che miglioravano miglio dopo miglio. Seguito sul sito della gara e immaginando la sua corsa guardando i numeri. E’ finita in 8 ore 5 minuti e 46 secondi. A un passo da un podio che avrebbe meritato e che sfuma davvero di poco perchè a poche miglia dalla fine Fontana ha dovuto cedere il passo anche al ceco Filip Ospaly che chiude in 7 ore e 58 minuti.  Peccato. Peccato per quella flessione nella seconda parte della maratona che però non impedisce all’azzurro di centrare la miglior prestazione italiana in una gara di Ironman. Forse una consolazione. Forse un segno. E da qui si riparte. Alè.

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