Armstrong e il doping, nuova (inutile) confessione
Lance Armstrong ha offerto il 100 percento di «trasparenza» ed «onestà» per aiutare a chiarire quanto avveniva all’epoca del suo doping nel ciclismo. Il cow boy, ormai ex vincitore di sette Tour, ha assicurato in un’intervista alla Bbc che farà tutto il possibile nelle prossime indagini che saranno avviate «per chiudere questo capitolo». Una lunga intervista confessione c’era già stata ma sinceramente poco aveva aggiunto a questa storia. Ora si replica, chissà mai perchè. L’americano torna a raccontare tutto ciò che sa ( forse) perchè esige un trattamento giusto e uguale per tutti. Sostiene che troppi suoi colleghi che hanno condiviso la cultura del doping hanno ricevuto un «biglietto» per la libertà, mentre altri sono stati condannati alla «pena di morte». Lui per primo. E questo è anche un po’ vero. Resta il fatto che dopo la sua confessione e la sua condanna il texano non se la passa benissimo. «Ho pagato un prezzo molto alto rispetto alla mia posizione nel ciclismo, la mia reputazione e la questione economica, con le richieste che continuano a crescere», ha detto Armstrong, che si appresta ad affrontare «perdite massicce» dopo aver accumulato una fortuna di 125 milioni di dollari. E forse cerca qualche sconto. Il ciclista ha spiegato inoltre che ci sono state alcune cose «oscure» negli uffici dell’Unione Ciclista Internazionale, sotto la guida di Hein Verbruggen ed il suo successore, Pat McQuaid, che ha perso le elezioni a settembre contro Brian Cookson. Tuttavia, ha assicurato non sono così «piccanti» come la gente crede. E se non sono cos’ piccanti quindi viene da chiedersi a chi può giovare un seguito di confessione sulla storia di Armstrong. A tirare fuori nomi e cognomi di atleti dopati 15 anni fa? Ad incastrare ciclisti che ormai non corrono più? A sputtanare qualche morto? Non credo che al ciclismo debba guardare cercare il doping a ritroso. Se si deve indagare per incastrare chi si dopa, chi prescrive il doping, chi lo porta di albergo in albergo nei sottofondi delle ammiraglie bisogna farlo guardando avanti, cercando di anticipare le mosse di chi bara. Certo, è più complicato. Molto più semplice usare i pentiti per svelare ciò che è stato. Peccato che non serva quasi a nulla.