Maratona di Amburgo, torna Gebrselassie
Tornano in tanti, soprattutto nello sport. Perchè se l’adrenalina manca a uno qualunque figurati a chi è abituato a star davanti, a vincere, a fermare i cronometri sui record. Tornano in tanti e spesso pagano un prezzo salato. Perchè il mito resta ma l’età non fa sconti. E neppure gli avversari. Tornano in tanti ma non per tutti è la stessa cosa. Così Haile Gebrselassie chè il 4 maggio si ripresenta al via della maratona di Amburgo fa storia a sè. A quarant’anni torna con la sua eterna faccia da settantenne e con le stesse gambe esili che hanno scritto la leggenda dell’atletica: due volte campione olimpico e quattro volte iridato, record su record. Il più veloce di tutti già nel 2007 a Berlino con 2.04’26”, frantumando il primato di un altro mito quel Paul Tergat a cui poi chiede scusa con una telefonata. Torna anche se era già tornato. Perchè il primo addio alla maratona è di quattro anni fa, il 27 novembre a New York pochi chilometri prima del Queensboro bridge. Haile va per vincere e invece si pianta. Così, deluso, al traguardo saluta tutti. Poi però pensa alle olimpiadi di Londra e allora ci ripensa anche se la qualificazione non arriva e ripiega su Fukuoka in Giappone, un sacro tempio della maratona, dove gli sponsor lo aspettano a braccia aperte. Ma anche qui non arriva al traguardo, lo ferma una fitta ad una gamba pochi metri dopo il trentesimo. E adesso si riparte. Si ricomincia per l’ennesima volta. Si riparte da Amburgo in terra tedesca. La stessa di Berlino dove Haile ha scritto la sua storia. E dove forse un po’ si illude di ricominciarla.