Sportivi ad alta tecnologia: i segreti della vittoria
“La differenza tra la gloria di una medaglia d’oro e l’anonimato si misura in millesimi di secondo” Così comincia la recensione di questo libro sul sito del suo editore. Ed è la pura verità. Perchè se è vero che nello sport oggi la sola tecnologia non ti faccia vincere è anche assolutamente vero che non averla di sicuro ti fa perdere. A raccontare e a spiegare come la scienza faccia la differenza tra il trionfo e l’anonimato ci pensa “Sportivi ad alta tecnologia” il nuovo libro di Nunzio Lanotte e Sophie Lem rispettivamente ingegnere robotico romano e avvocato francese specializzata in pubblicazioni scientifiche. Pubblicato da Zanichelli (200 pagine + eBook, euro 12.90) questo libro aiuta a capire come nel ciclismo, nello sci o nel nuoto tant0 per fare qualche esempio la scienza possa dare un mano più o meno sensibile ad un atleta facendolo in qualche caso diventare campione . Certo nessuna tecnologia trasformerà un runner qualunque in Gebre o Usain Bolt o un anonimo ciclista in Nibali o Froome e gli autori ci tengono a precisarlo già nell’introduzione: «Nulla sostituirà mai gli ingredienti indispensabili per vincere nello sport: il talento dell’atleta, l’intelligenza dell’allenatore e le lunghe ore di fatica dell’allenamento ma oggi non si può vincere senza l’aiuto di tecnologie d’avanguardia”. Ciclismo, nuoto, calcio e sci sono fra gli sport più influenzati dall’innovazione e “Sportivi ad alta tecnologia” fa un po’ il punto sugli strumenti più avanzati (materiali, sensori, applicazioni software) oggi a disposizione degli amatori, oltre che degli atleti. Spiega qual è il ruolo dello «scienziato dello sport», che affianca medici e preparatori atletici con un numero impressionante di attrezzature per misurare e valutare le prestazioni e che negli ultimni anni ha cambiato il nostro modo di andare in bici, di sciare, di nuotare. E così non sarà la racchetta in fibra di carbonio a far vincere Nadal ma provate a farlo giocare contro Federer con le vecchie racchette in legno che usavano Vilas, Borg o Gerulaitis?