<Ma tu li prendi gli Omega3?>. Quante volte chi fa sport se lo è sentito chiedere.  Così un po’ per passaparola, un po’ per suggestione e un po’ perchè ci si fida dei consigli di chi pare più esperto uno va in farmacia ed entra nella grande  famiglia dell’olio di merluzzo. E si fa presto a dire. Ma se fai tanta fatica, se ti ammazzzi di allenamenti, se la mattina scendi dal letto e per la prima mezz’ora della tua giornata cammini e ti muovi a scatti che sembri Pinocchio il significato di un’ “infiammazione” magari non sai spiegarlo in termini medici, ma cos’è lo sai benissimo. E allora cerchi di capire un po’ di più. Cerchi di informarti meglio su come fare e cosa fare. Cerchi qualcuno che sappia darti  una dritta. E prima o poi agli Omega3 ci arrivi. Però al di là della generica convinzione che l’olio di merluzzo sia un potente antifiammatorio,  un ottimo integratore e che genericamente <faccia bene> sulle  effettive qualità  non tutto si sa.  Tanto per cominciare i  preziosi oli estratti dal pesce, forse più conosciuti come integratori, sono da tempo al centro dell’interesse del mondo scientifico per i loro effetti documentati da una serie di osservazioni epidemiologiche e cliniche. Che le azioni protettive degli acidi grassi polinsaturi siano valide e ben riconosciute lo dimostra il fatto che l’Aifa (Agenzia Italiana del Farmaco)  ha disposto la somministrazione gratuita, da parte del Servizio sanitario nazionale, dei farmaci a base di Omega-3 in caso di ipertrigliceridemia familiare, iperlipemia familiare combinata, ipertrigliceridemia con insufficienza renale moderata e grave e in prevenzione secondaria entro un anno dall’infarto del miocardio. In tali casi, il rapporto costo-beneficio dei farmaci a base di Omega-3 risulta ampiamente positivo. “Va sottolineata- spiega Roberto Volpe, lipidologo e ricercatore del Cnr di Roma–  l’importanza di intervenire sul controllo del quadro lipidico: l’aumento dei trigliceridi rappresenta una problematica molto comune nella pratica clinica, essendo l’alterazione del metabolismo lipidico tipica non solo dell’ipertrigliceridemia pura e dell’iperlipemia combinata (quest’ultima caratterizzata anche da elevati livelli ematici di colesterolo), ma anche della sindrome metabolica, del diabete mellito di tipo 2 e dell’obesità, tutte patologie molto frequenti e gravate da un’alta incidenza di eventi cardiovascolari. I dati clinici hanno evidenziato un ruolo protettivo nei confronti delle malattie cardiovascolari da parte degli acidi grassi Omega-3, sostanze di estrazione naturale definite essenziali, in quanto il nostro organismo non è in grado di produrle e che, pertanto, devono essere assunte con la dieta o attraverso una specifica integrazione”. “Gli omega-3 esplicano i loro benefici clinici attraverso molteplici meccanismi protettivi- continua  il ricercatroe del Cnr-  riducono i trigliceridi, prevengono/riducono l’ostruzione delle arterie (azioni cosiddette antiaterogene e antitrombotiche) e prevengono le aritmie cardiache.”. Ovvio che non tutti gli Omega 3 che si trovano in commercio sono uguali.  Un po’ di attenzione nella scelta va fatta. “Gli Omega-3-  chiarisce Alessandro Mugelli, ordinario di Farmacologia, direttore Dipartimento Neurofarma di Firenze– si trovano in commercio a diverse concentrazioni: gli integratori hanno una concentrazione di acidi grassi polinsaturi inferiore a quella garantita dai farmaci, dove la concentrazione di Omega-3 è superiore all’85%. È importante utilizzare i farmaci a base di Omega-3 perché i positivi risultati degli studi clinici condotti sono stati ottenuti con concentrazioni superiori all’85%.>. Nella scelta vanno tenute sotto osservazione le  buone regole di fabbricazione,  i controlli qualità della materia prima, che non siano presenti conservanti e che  il principio attivo provenga da pesce azzurro di specie non a rischio di estinzione e poco soggette all’accumulo di sostanze nocive come il mercurio. Per estrarre e purificare l’olio di pesce non devono inoltre essere  usati solventi organici e deve essere  garantita un’efficace rimozione dei potenziali contaminanti. Ciò detto pare che gli Omega 3 facciano anche bene all’umore…Più di così.