Con la bici in Himalaya: due ottomila in sette giorni
Ci vuole il fisico per fare certe cose. E spesso non basta perchè se non c’è la testa a darti una mano non ci si deve neppure provare. Salire in sette giorni due cime di 8mila metri e usare per i trasferimenti dai campi base solo mountainbike senza ossigeno supplementare non è impresa da poco. E’ una di quelle sfide che spesso ti fanno chiedere perchè? Ma chi glielo fa fare? E non c’è risposta o meglio c’è eccome. E ognuno ha la sua che arriva nel momento momento in cui nella testa scatta gli scatta la scintilla di una sfida che giorno dopo giorno diventa un magnifico chiodo fisso. Vale per una maratona, per un ironman, per qualsiasi altra gara perchè tutte le sfide hanno pari dignità. Certo che quella di Andrea Zambaldi, giovane alpinista veronese del team Dynafit (www.Dynafit.it) , che è partito ieri insieme con i tedeschi Benedikt Boehm e Sebastian Haag è di quelle che fanno tremare i polsi. “Due ottomila in sette giorni” che in pratica sono due a due arrampicate da brividi sulla catena dell’ Himalaya. L’obiettivo è salire lo Shisha Pangma (8.027 metri) e il Cho Oyu (8.201 metri) in sette giorni e coprire la distanza tra i due campi base senza l’ausilio di mezzi a motore, quindi grazie esclusivamente alla forza delle proprie gambe. Infatti i tre componenti della spedizione si sposteranno da un campo base all’altro su tre mountain bike che alterneranno a trasferimenti a piedi. E, per quanto riguarda l’ascesa alle due vette, il team non farà uso di ossigeno supplementare, mentre le discese che i componenti della spedizione disegneranno saranno lunghe curve grazie ai propri sci Dynafit. Andrea, Benedikt e Sebastian percorrereranno in mountain bike i 170 km che separano i campi base. La prima metà del percorso segue la “Friendship Highway” che collega Kathmandu in Nepal con Lhasa nel Tibet, e prosegue poi da Talsenke dietro il passo Lalung La fino al Tingri. Il tratto tra i due campi base si sviluppa prevalentemente su un sentiero ghiaioso con una pendenza media del 15%. Ovviamente gli atleti dovranno affrontare anche le diverse condizioni climatiche, come la presenza di neve e ampie zone rocciose che, lungo la via, rallenteranno significativamente il loro ritmo. Non si faranno mancare nulla, isomma. La loro avventura sarà raccontata giorno per giorno in un blog ( blog 2×8000) . La spedizione è partita ieri, l’attacco alle due vette è se non ci saranno inconvenenti e dopo un periodo di acclimatamento è fissato a cavallo tra settembre e ottobre e il rientro è previsto sabato 4 ottobre. Zambaldi ha al suo attivo numerose spedizioni tra cui l’Aconcagua nel 2004, una nuova via al Quitaraju nel 2005, una via nuova all’Ishinca nel 2012, l’Alpamayo sempre nel 2012, lo Shisha Pangma nel 2008, il tentativo al Makalu nel 2006, spedizioni sci alpinistiche in nord America e nord Europa, l’esplorazione di grotte nella foresta tropicale filippina, la discesa di molti canyon dall’oceano indiano fino alle Alpi, detenendo per alcuni di essi ancora il record di velocità in discesa. E ora tocca di nuovo all’Himalaya.