Sarà un caso. O solo uno strano scherzo del  destino ma ci sono nomi che nello sport portano bene. O quantomeno ricorrono . Almeno in Lombardia.  Marco Aurelio, Arianna, Daniel e Matteo  di cognome fanno  tutti Fontana. Sono lombardi di nascita o di adozione, sono campioni di sport  e  il loro 2014 sarà un anno da ricordare. Chi più, chi meno fanno discipline di fatica: mountainbike e ciclocross, short track, ironman e mezzo ironman e tutti e quattro in quest’anno che sta per finire hanno messo medaglie al collo e in bacheca trofei importanti.  Marco Aurelio Fontana, bronzo ai Giochi di Londra dove arrivò al traguardo senza la sella della sua mtb, ormai è un big della specialità e uomo da battere in coppa del mondo. Per il trentenne giussanese della Cannondale nel 2014 è arrivata la conferma tricolore nel cross country e il 2015 sarà l’anno di lancio per le Olimpiadi di Rio. Anche perchè dopo Londra se la sella in carbonio non si spezza… Arianna Fontana invece nel 2014 le olimpiadi le ha fatte. E si è confermata una delle azzurre più forti ai Giochi di Sochi nel pattinaggio di velocità.  Dopo aver mancato la finale dei 1000 metri di un soffio la 24enne valtellinese  si è messa  al collo l’argento sui 500 e il bronzo sui 1500. Non male, tant’è che è stata una delle reginette indiscusse della spedizione azzurra.  Dal ghiaccio all’Ironman il passo non è brevissimo ma anche qui a dar lustro allo sport lombardo i Fontana sono due, entrambi in gara con i colori della DDs di Settimo Milanese. Daniel, 38 anni nato in Patagonia ma di origini italiane, è un pezzo di storia del triathlon. Due volte olimpico con Argentina e Italia, quest’anno ha vinto l’Ironman di Los Cabos in Messico ed è stato il primo atleta azzurro a riuscire in un’impresa simile. Chapeau! Matteo è invece colui che da Daniel prenderà con ogni probabilità  il testimone in queste gare di lunghissima distanza. Ventidue anni di Carate Brianza  si è laureato quest’anno in Canada a Mont Tremblant  campione del Mondo di triathlon  sulla distanza 70.3 nella sua categoria. Una promessa che però tanto promessa non è. E infatti già cominciano a chiedergli gli autografi anche se lui resta ben piantato per terra: ” Li chiedono a me? NOn credo…Sono convinti di chiederli a Daniel…”