Lo sport è una cosa, il tifo un’altra
Lo sport è tante cose. Benessere, fatica, passione e poesia sono le prime che mi vengono in mente. C’è chi dice che anche il tifo faccia parte dello sport: incitare un campione o una squadra, soffrire, penare, gioire o esultare sarebbero il complemento necessario. Può darsi. Invece no: tifo e sport sono due entità diverse, due mondi, due piani distanti, due parallele che non si incontrano. Ieri sera dopo l’eliminzazione della Roma dall’Europa League i tifosi della Curva Sud hanno chiamato i giocatori sotto la curva per chiedere conto di una sconfitta. Un processo pubblico inquietante autorizzato non si capisce bene da cosa, forse dal fatto che pagano il biglietto per entrare allo stadio. Ma il prezzo del biglietto in un paese civile e “sportivo” dovrebbe dar diritto ad altro. A ricevere servizi degni di impianti moderni, a posti comodi, a spazi da condividere con la famiglia, al wifi e via così. Certo resta il diritto di fischiare se lo spettacolo non è all’altezza oppure di alzarsi e andarsene e magari non tornare più. Ma finisce lì. Invece ieri sera all’olimpico i capi ultrà hanno chiamato la squadra a rapporto. Nel sinistro ricordo dei tribunali dell’inquisizione medievali, nel sinistro stile dell’avvertimento mafioso hanno chiesto spiegazioni per una serata storta, per una sconfitta, per una crisi. Senza considerare (o sapere) che nello sport si può perdere perchè magari si fanno degli errori o perchè così sta scritto da qualche parte. Senza considerare ( o sapere) che nello sport si può perdere perchè in una discesa si fora una gomma, si sbaglia una curva, si salta un rifornimento, si prende un palo. E si può perdere anche perchè ( semplicemente) l’avversario è più forte. Ma per quel centinaio di tifosi che questa mattina hanno assediato il campo di allenamento della Roma cercando un colpevole questi sono dettagli. Chissà se hanno mai fatto sport. E chissà cosa fanno nella vita. Già, perchè fa strano vedere persone che alle 10 del mattino e per tutto un pomeriggio non hanno null’altro da fare che starserne davanti alla rete di un campo di allenamento ad inveire contro la squadra del “cuore”. Solitamente a quell’ora lì la gente nomale lavora. E chi fa sport magari si allena….