Colle delle Finestre tra Apache e pistoleri
C’è il pistolero, ci sono i buoni e i cattivi ma si fa per dire perchè con la fatica che fanno sono davvero tutti buoni, ci sono le bici che sembrano cavalli da domare. Manca solo lo sceriffo ma assomiglia tanto a Mario Cipollini sul palco della Rai. E poi ci sono i tifosi che assomigliano agli indiani. La penultima tappa del Giro sembra un film di quelli con John Wayne. I tifosi sulla cima del Colle delle Finestre affiancati sulla cresta della montagna ricordano gli Apache in attesa di attaccare. Sarà che sono lì in piedi immobili da ore, sarà che il controluce dà quel tocco che serve, sarà la tappa del Sestriere non può essere una resa dei conti ma in tanti sperano che lo diventi. Li aspettavano tutti i tifosi sulle Finestre ad abbracciare il Giro. E’ un po’ l’immagine di questa salita, di questi 18 chilometri non impossibili che però hanno il fascino che meritano perchè gli ultimi otto sono in sterrato. Come una volta. Ed è quello che fa sognare. Ogni tanto il Giro passa di qui ed ogni volta è un’emozione perchè è vero, come dicono tutti, che le corse le fanno i corridori, ma è anche vero che ci sono salite che la storia la fanno a prescindere. E il Colle delle Finestre ti lascia sempre con il fiato sospeso. Una fuga, una foratura, uno scatto sai che qui qualcosa può sempre succedere. E in genere succede. Così nel 2005 si stacca Paolo Savoldelli che perde la maglia rosa per qualche chilometro ma poi fa il capolavoro della vita e se la va a riprendere risalendo verso il Sestriere ricudendo il distacco da Di Luca e Simoni. Così ieri si stacca el gringo Alberto Contador che ha un vantaggio di tutta sicurezza però a un certo punto non va più sù. Le sue ruote affondano nello sterrato e vola via anche Fabio Aru che vince anche oggi. E fanno due. Magia delle Finestre. Dove le smorfie si sprecano, le mani si scaldano e i cuori si infiammano. Magia di una salità che è ciò che il ciclismo deve essere e che per un attimo cancella polemiche su doping e motorini. Questo è il ciclismo che porta la gente ad accamparsi la notte prima per godere un fruscìo che passa e va. E il ciclismo dei galantuomini che fa allungare una mano a Tanel Kangert per cedere con un cenno il passo a Contador quasi a scusarsi per non aver tirato negli ultimi chilometri. E’ il ciclismo delle facce sporche di fango. E delle facce oneste di una volta come quella di Paolo Tiralongo il gregario che tutti vorrebbero. E’ il ciclismo da Far West. Dove ci sono solo i buoni e dove però vince un <pistolero>…