davide-cassaniL’appuntamento con l“Olimpiade della follia” è sempre l’ultimo fine settimana di maggio. E’così ormai da sempre. E’ così  da quella  mattina del 1973 quando nacque quella che allora si chiamava la “100 Chilometri del Passatore Firenze-Romagna (Faenza)”. Un’idea folle che all’inizio rimase in un cassetto ma che poi una sera  prese corpo nella “Cà de Bè” a Bertinoro, davanti a una piadina al prosciutto e una bottiglia di Sangiovese. Lì, a tavola, si buttò il seme. E a buttarlo quel seme furono quattro appassionati della corsa che avevano in testa un’idea meravigliosa:  Alteo Dolcini, forlimpopolese di nascita e segretario generale del Comune di Faenza, Francesco Checco Calderoni, faentino doc, assicuratore e presidente della sezione manfreda dell’U.O.E.I., Unione Operaia Escursionisti Italiani,  Renato Cavina, giornalista di “Stadio” e della “Gazzetta dello Sport” e Carlo Raggi, giornalista del “Resto del Carlino. Quarantatrè  anni fa e sembra ieri perchè il tempo scivola via. Quarantatrè anni in cui la 100 chilometri del Passatore è diventata non un’ultramaratona ma l’ultramartona con l’articolo determinativo. Una e una sola. Unica. E’ diventata il sogno proibito, la sfida, la madredi tutte le corse per le migliaia di “folli” che hanno deciso provarci. Centro chilometri da Firenze a Faenza partendo di pomeriggio e  arrivando di notte o la mattina dopo. Attraversando il cuore dell’Appennino passando nei paesi e nei borghi che restano svegli ad aspettarti e ad applaudirti. La storia passa di qui. Ed è cosi anche quest’anno. Con 2504 iscritti che sono il nuovo record, con Giorgio Calcaterra che ha vinto le ultime nove edizioni a tirare il gruppo e con le storie di tutti, dal primo all’ultimo, da portare al traguardo. E con una storia speciale che è quella di Davide Cassani, il ct della nazionale azzurra di ciclismo, che sarà al via per la prima volta. Una sfida tutta da raccontare…

 

Ma chi glielo fa fare e come le è venuta l’idea?
“Beh..io sono di Solarolo. La 100 chilometri del Passatore è stato uno dei miti della mia infanzia e della mia giovinezza. Ne ho sempre sentito parlare…”
Però non l’ha mai fatta
“Impossibile  negli anni passati. Quando correvo in bici era assolutamante impensabile e incompatibile. Poi ho cominciato a commentare il ciclismo per la Rai ed ero sempre impegnato con il Giro in quel periodo”
E quest’anno ha deciso..
“Sì perchè da commissario tecnico della nazionale di ciclismo ho un po’ di tempo in più e mi sono detto che o la facevo quest’anno o mai più. E poi gli anni passano, ne ho 54”.
Sa cosa le aspetta vero?
“Assolutamente sì”
Ma è non è più dura una Parigi Roubaix o una Sanremo?
“Sono due cose assolutamente diverse. Credo però sia molto più duro il Passatore”
Perchè?
“Perchè la corsa lunga, la maratona, le ultramaratone sono sforzi fisici che ti portano ad esaurire le energie. E come una candela che si spegne. Bisogna imparare a gestire la fatica ed è uno sforzo costante. In bici invece qualche attimo di tregua lo trovi. Penso alla discesa dove ti è permesso di recuperare. A piedi invece no, fai fatica anche lì”
Lei come ci è arrivato al Passatore?
“Ho corso diverse maratone, mi sono preparato con una serie di allenamenti settmanali in cui mi ha seguito Fulvio Massini e con diversi lunghi da 60 chilometri”
Pronto?
“Spero di sì”
In quanto vuole arrivare a Faenza?
“Mi piacerebbe finire sotto le 9 ore. L’obbiettivo è quello”
Emozionato?
“Sì proprio come una volta…”
Quando correva?
“Sì mi sembra di essere alla vigilia di una gara importante come la Sanremo, quando l’attesa ti fa venire anche un po’ d’ansia”
Cosa la preoccupa?
“Mi preoccupano i piedi, ho paura che mi possa venire qualche vescica e lo stomaco perchè io sono molto delicato”
Come gestisce il ct della nazionale di ciclismo una gara così lunga. C’è una tattica?
“La gestisco dividendola in tanti piccoli pezzi. Mai pensare a Faenza. Si parte e si pensa ai 18 km di salita, poi che cè la discesa, poi si punta al traguardo dei 50, poi al prossimo ristoro. Quando sei a Brisighella pensi agli ultimi 10 chilometri. E’ fatta”
Lei nesi suo commenti tecnici in  in tv è diventato famoso per le maltodoestrine…Cosa mangerà in tutte queste ore?
“Intanto mi faccio seguire da Yader Fabbri che è il nutrizionista della nostra nazionale di ciclismo e da Enervit. Abbiamno in questi mesi testato una serie di prodotti perchè in gara mai si devono fare esperimenti. Usero il carboflow la mattina prima della pertenza e poi mi preparerò delle borracce con 60 grammi di maltodestrine e fruttosio. Durante la gara useremo dei gel energetici, delle barrette perchè qualcosa di solido va preso e delle banane. Non userò invece sali perchè sono delicato di stomaco e non voglio mischiarli con gli zuccheri”
Basta così?
“Sì però  in questi mesi  sono anche dimagrito di qualche chilo. Peso 69 , tre chili in più di quando correvo in bici…”
Piccole scaramanzie della vigilia?
“La solita. Mettere prima la scarpa sinistra della destra. Faccio sempre così. Se vado in un negozio a comprare le scarpe e il commesso mi passa prima la destra non le compro…”
Fine?
“No. Corro con un ricordo di mio padre che se n’è andato due anni fa. Lo porto con me, So che gli farà piacere…”

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