Il doping? Tutta colpa dei giornalisti
Sia chiaro che chi ha tirato l’urina addosso a Chris Froome è un povero farabutto. Un idiota, come spesso ce ne sono, che non fa testo perchè il popolo del ciclismo è quello si arrampica di notte sulle montagne per veder volar via i suoi campioni e ragalar loro un applauso. A tutti, senza star lì a guardar le maglie. Ciò detto il problema doping per il ciclismo ( ma anche per gli altri sport) resta un problema serio. C’è chi dice che l’uso di sostanze vietate tra i ciclisti sia un fatto di cultura ma forse è più eclatante solo perchè i controlli sono più seri e negli ultimi anni più frequenti che altrove. Chiaro che se i controlli non si fanno, o si fanno per finta, gli atleti positivi non si trovano. E ciò accade più spesso con altre Federazioni. Però il ciclismo non si può chiamar fuori. E ha anche un po’ stufato la storiella che se prima c’era na certa cultura farmacologica la colpa era delle generazioni precedenti ed in particolare di Lance Armstrong, come se col cowboy fosse cominciato tutto e tutto fosse finito. Troppa fretta di chiudere il cerchio . Si ha quasi la sensazione che mettendo in croce l’americano un po’ tutto l’ambiente abbia colto al volo l’occasione per una redenzione più mediatica che sostanziale. Certo, molto è cambiato. Tantissimo rispetto ad un periodo buio dove però non c’era solo un colpevole. Ce n’erano parecchi, quasi tutti, e a pochi è stato davvero presentato il conto. E torniamo all’idiota che ha preso di mira Froome. “Sono estremamente deluso- ha detto la maglia gialla- Ma non ce l’ho con il pubblico perché si tratta di una minoranza. Per me la responsabilità è di una parte dei media che si sta comportando in modo irresponsabile. Se le persone sono portate a credere che questi spettacoli non sono legittimi, ecco che sono spinte ad offendere, fischiare e sputare, fino a lanciare urina ai corridori”. La colpa di ciò che è successo sarebbe quindi di chi alimenta i sospetti. La colpa di ciò che è successo sarebbe di quei giornalisti che fanno il loro mestiere e se un corridore è positivo ad un controllo fanno ciò che devono fare, cioè lo scrivono. Sarebbe meglio far finta di niente? Sarebbe giusto non scrivere e non soprendersi per Luca Paolini o Francesco Reda solo per citare gli ultimi casi? Sarebbe giusto non indignarsi solo perchè rispetto al passato le cose vanno meglio? Froome fa bene a difendere a spada tratta la sua maglia, il suo lavoro e la sua dignità di atleta pulito fino a “prova contraria”. Perchè ormai è questa la regola e vale per tutti. Sempre. E non sono sospetti. Ma se trova sulla sua strada un idiota che non lo rispetta se la prenda un po’ anche con i suoi colleghi del gruppo che, da anni, fanno di tutto di tutto (e di più) per screditare uno sport che nonostante tutto la gente ama. I giornalisti? Si è purtroppo persa l’abitudine a pensare che ogni tanto possono anche scrivere cose che non fanno piacere…