Guerra al doping ma sul serio
Un terzo delle medaglie mondiali e olimpiche assegnate dal 2001 al 2012 sotto esame. Cinquantacinque ori e altri e altri 91 tra argenti e bronzi dubbi, come e quanto gli esami degli atleti che li hanno vinti. Ottocento atleti dei 5mila sottoposti a test del sangue trovati a far uso sistematico e pianificato di sostanze dopanti in particolare di micro dosi di Epo e trasfusioni ematiche.Ora e l’atletica nella bufera. Dopo un’inchiesta della tv tedesca Ard e del quotidiano britannico Sunday times a cui una “talpa” all’interno della Iaaf (International Association of Athletics Federation) ha rivelato i risultati di 12mila esami del sangue agli atleti che hanno vinto gare di atletica leggera. Tra le nazioni più coinvolte ci sarebbe la Russia con oltre l’80% delle medaglie vinte da atleti sospettati di ricorrere ad aiuti, ma sarebbero pochi, pochissimi, i Paesi esclusi Italia compresa dove si parla di sei azzuri coinvolti. La Wada, l’agenzia mondiale antidoping si i e’ detta “molto allarmata”. E ci mancherebbe. Preoccupata per un tifone che già viene paragonato a quanto accadeva nel ciclismo dell’era Armstrong e che potrebbe far saltare il banco. Cosi’ ha chiesto a un organismo indipendente d’indagare per fare luce su tutta la vicenda che e colpisce la reputazione degli atleti puliti. Resta una sola considerazione . Il doping c’è , c’è stato e ci sarà . Enti di controllo, Federazioni, capi delle Federazioni fanno parte di un sistema che dove fare una scelta di campo fondamentale se si vuole quantomeno arginare la piaga. Decidere se si vuole ripartire con uno sport 2.o è quindi dichiarare una guerra vera senza ipocrisie. Oppure mantenere le posizioni. E ovviamente le poltrone di comando.