Mondiali di ciclismo: vince Sagan il predestinato
E finalmente è arrivata l’ora di Peter Sagan che aspettava da sempre di vincere una classica e a Richmond negli Stati Uniti vince il titolo mondiale. Ed è giusto così perchè la maglia di campione del mondo va finalmente sulle spalle di un fuoriclasse di 25 anni con un pedigree assoluto. L’ora esatta suona alle 21.24 dopo una giornata di fatica, per lui di più, visto che la squadra slovacca è poco più di un’ipotesi. Aveva detto nei giorni della vigilia che avrebbe dovuto puntare la sveglia per non addormentarsi, visto che si partiva presto. E l’ha puntata all’ora giusta. Lo slovacco vince come sanno fare solo i grandi. Vince come si vincono le grandi classiche, con uno scatto sul pavè che mummifica tutti. Tutti qualli che erano rimasti in gioco. Poi tre chilometri di classse pura. Si accovaccia sulla sua bici in discesa e si è rialza sui pedali sull’ultimo dei tre muri. Saluti a tutti, se ne va. Non l’hanno preso più. Va a prendersi la vittoria più importante della sua carriera lasciando ‘argento all’australiano Michael Matthews e il bronzo bronzo al il lituano Ramunas Navardauskas. Dispersi gli azzurri che però fino alla fine stanno là davanti, poi si spegne la luce e l’unico a provarci è Giacomo Nizzolo che arriva diciottesimo. Ma non c’è stata partita. Non c’è stata lotta. Sagan ha chiarito le cose scattando su pavè. Dopo 261 chilometri uno scatto così lo fanno solo i grandi. Ci avevano provato un po’ tutti a scattare su quel muro lì. Ma lo slovacco ha spiegato a tutti come si doveva fare. Capolavoro mondiale. Capolavoro mondiale che fa venire in mente l’immagine di qualche settimana fa alla Vuelta quando dopo una caduta Sagan insulta un motocilista della tv spagnola. Una vita fa. Ora ne comincia un’altra ed è quella che da predestinato, perchè il guascone slovaccco, quello che pizzica le il “lato B” delle miss quando vince le tappe, che fa infuriare Fabian Cancellara perchè fa il fenomeno in gruppo, che guida la bici come fosse una mountain bike, che impenna quando vince non è un ciclista come tutti gli altri. E bastato vederlo scattare su quel muro in pavè di Richmond per capire che è di una pasta speciale. Era scritto da qualche parte. E ora lo sanno tutti.