SMArathon, la vera sfida…
Otto edizioni cominciano ad essere un pezzetto di storia. Ed è una storia che ha sempre un buon motivo per essere raccontata. Perchè è sempre a fin di bene. Sabato 28 novembre torna nello spazio Arome in via Macedonio Melloni al 9 «Fashion4SMArathon», il mercatino di solidarietà che raccoglie fondi per finanziare la ricerca per la cura della Sma, l’atrofia muscolare spinale. Ogni anno vengono venduti prodotti di moda, design, beauty, abbigliamento e sport donati da importanti marchi commerciali il cui ricavato finisce come sempre per finanziare una serie di progetti ed iniziative che sceglie per aiutare bambini e bambine affetti dall’ Atrofia Muscolare Spinale. Negli anni passati, proprio grazie a Smarathon, sono stati acquistate e donate alla scuola di sci Sportabili di Predazzo due «slitte» che permettono ai bimbi con disabilità di praticare lo sci e lo scorso anno è stato acquistato e donato alla colonia di Andora del Comune di Milano un «job», la carrozzina con ruote speciali con cui i bimbi affetti da Sma possono andare in spiaggia e fare il bagno in mare. «Quest’anno la metà dei fondi raccolti verrà donata per una borsa di studio al piccolo Vito- spiega il presidente Elena De Luca- il figlio di Fabrizio Cosi, il fondatore dei Podisti di Marte scomparso poche settimane fa». Smarathon è la passione e il cuore di Elena e Luca de Luca che nel 2007 diedero vita a questa associazione no profit per aiutare chi è malato di Sma. per aiutare la loro bimba Rebecca ma anche tanti bimbi come lei. Da sempre è sulle maglie di chi corre, di chi pedala e da qualche tempo anche su quelle di chi fa triathlon e anche Ironman. Una sfida di solidarietà nata con lo sport e che proprio grazie allo sport ha permesso di raccogliere in questi anni fondi che sono andati a borse di Studio per il Policlinico di Milano, all’Università di Torino e al laboratorio di Ricerca dell’istituto Besta per acquistare macchinari.Smarathon ha avuto testimonail come Hellen Hidding e Paolo Savoldelli tanto per citare due vip a caso. Sta sulle canotte di tutti quelli che credono che sia giusto dare una speranza a chi soffre di Sma, una malattia genetica che colpisce un bimbo su seimila e che impedisce ai muscoli di svilupparsi e quindi di fare una vita normale.