“La piaga del  doping nel mondo del’atletica non poteva essere eliminata perchè i vertici della Federazione internazionale erano corrotti e hanno fatto per anni finta di nulla…” È la devastante conclusione emersa dalla seconda parte del report della commissione indipendente dell’Agenzia mondiale antidoping (Wada) sull’atletica e sulle colpe della Iaaf che allarga ancora di più il campo rispetto alle rivelazioni scioccanti dello scorso autunno sul doping di Stato in Russia, che ha portato alla sospensione di quella federazione e mette a rischio la partecipazione degli atleti alle prossime Olimpiadi di Rio. «Le informazioni sono piuttosto chiare e dimostrano che la corruzione partiva dal vertice della Iaaf, dal presidente Lamine Diack– ha dichiarato Richard McLaren, membro Wada e consulente legale, illustrando i risultati del lavoro- Certi individui all’interno della Iaaf sono andati oltre la corruzione sportiva, si potrebbe dire che c’è stata una corruzione criminale”. Sinceramente non si riesce a capire se questo sia solo l’inizio, se sia la fine di un incubo o la fine di tutto. Certo è si fa fatica a capire come si possa ora svoltare. Come nell’anno olimpico l’atletica possa ripartire. Come potranno essere i Giochi di Rio. Come tutto ricomincerà. Come la storia possa essere archiviata. Tante domande. E ne viene in mente anche un’altra: come è possibile che Sebastian Coe,  che per otto anni è stato il vicepresdiente della Federatletica internazionale e oggi è il presidente della Iaaf, di tutta questa storia non abbia ne abbia mai sentito parlare?