12510457_1106278159397277_3131050584130131005_n3990349a-a498-4a00-9ca3-c0960e3b8660Se il colpo di pedale è schietto come il suo sorriso, Paola Gianotti arriva in un soffio a Oslo tra due settimane. Duemila chilometri per consegnare una busta con la candidatura al Nobel della bicicletta e con la leggerezza di chi fa cose importanti con la passione che serve e senza «tirarsela». Con la passione che l’ha portata prima a fare il Giro del mondo scrivendo il suo nome nel Guinnes dei primati e poi sulle rotte della Transiberiana, unica donna a pedalare nella storia i 9200 chilometri da Mosca a Vladivostock. Due settimane per consegnare una busta con le firme raccolte da «Caterpillar» il programma di Rai Radio2 condotto da Massimo Cirri e Sara Zambotti, che la seguirà da stamattina quando alle 10.30 dalla sede Rai di Corso Sempione, comincerà la sua avventura: «Temo solo il freddo- spiega- E pensare che fino a ieri sono andata a cercarlo il freddo per allenarmi… Ora che devo partire invece è annunciata una perturbazione che porterà neve. Però a me fa paura solo il ghiaccio». La bici è pronta, le borracce anche. Pronto anche un camper che la seguirà con pazienza. Come i tanti amatori che incontrerà sulla strada e la accompagneranno nelle undici tappe per non lasciarla sola. Ma sola non sarà. A «Bike The Nobel» ha aderito tutto il mondo delle due ruote: dai più grandi ciclisti professionisti italiani come Vincenzo Nibali, al Ct della Nazionale Davide Cassani, alla fiorettista olimpica valentina Vezzali, alle associazioni, la Fiab, Cyclopride, il Touring Club, Girolibero, il Comune di Milano con il suo Bikemi, le ciclo-officine e tutti coloro che pedalano per andare al lavoro o per piacere. E anche – trasversalmente – il mondo politico. Le adesioni promosse da «Caterpillar», sono state condivise sui social e sul web: «Abbiamo voluto fare una cosa che deve essere fatta da un canale di Radio Rai, anche se si occupa di intrattenimento: mettere insieme le idee, rilanciarle e farle diventare una voce collettiva – spiega Cirri – Così abbiamo stilato questo manifesto che è diventa una impresa collettiva». Venerdì’ 29 gennaio Paola Gianotti sarà ad Oslo e metterà nelle mani degli accademici norvegesi la candidatura della bicicletta al Nobel della Pace. «Che sarà ovviamente una candidatura simbolica perchè la bici è un oggetto- spiega Ermete Realacci presidente della Commissione Ambiente Territorio della Camera- Concretamente la candidatura ufficiale sarà per la squadra femminile di ciclismo afghana perchè l’uso della bicicletta per le donne in Afghanistan non è un dato scontato, ma è uno spazio di libertà da conquistare». E le firme sono state raccolte tra i parlamentari di tutti i partiti dal Pd a Sel, da Forza Italia ai Cinque Stelle. Paola Gianotti nel suo viaggio percorrerà la prima autostrada per bici appena costruita nella Ruhr in Germania e ad Oslo sarà accolta dall’ambasciatore italiano che è un ciclista e pedalerà con lei: «Per me la bici è qualcosa in più di una media chilometrica- spiega- É un’emozione, è un modo per comunicare e per fare qualcosa che magari dia una mano a qualcuno che ne ha bisogno». Come la prossima impresa: percorrere 48 Stati americani in 48 giorni: «Con il ricavato comprerò 48 bici da regalare alle donne di un villaggio in Uganda. Là avere una bici per muoverti ti cambia davvero la vita…»

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