La bici è la macchina del tempo…
La bici è un soffio perchè quello è il rumore che fanno le ruote quando passa il gruppo. Ma la bici è tante altre cose. Come ha detto ieri Paola Gianotti, che da questa mattina pedala verso Oslo per andare a consegnare le diecimila firme che sostengono la candidatura al Nobel lanciata da Caterpillar su Radiodue, la bici è un’emozione, è il modo per raccontare storie, per dare una mano a chi ne ha bisogno. “La bici non è mai una media chilometrica…” ha raccontato presentando ciò che farà quando la sua missione di “postina” sarà finita. Quando proverà in 48 giorni ad attraversare 48 Stati americani e poi con ciò che riuscirà a raccogliere donerà 48 biciclette alle donne di un villaggio dell’Uganda perchè laggiù la bici è davvero un sogno. La bici non è una media chilometrica perchè non è mai un calcolo, perchè quando poi uno sale in sella i conti non li fa, perchè si lascia andare in pianura, in discesa ma anche quando sembra non muoversi, quando la salita diventa il più dolce tormento che c’è. Ma questa è un’altra storia. La bici è una straordinaria macchina del tempo. Che ci fa tornare indietro. Bambini felici che si emozionano alla sola idea di un regalo o di un acquisto. Che la coccolano tenendosela in casa, in salotto, che si addormentano guardandola. Che la portano con sè nelle stanze di un albergo, sognando gare, viaggi, vacanze. La bici è un messaggi sul telefonino ricevuto due giorni fa dal ct della nazionale azzurra Davide Cassani appena rientrato dal Brasile dove, pedalando con Nibali e Aru sul percorso delle olimpiadi, ha incontrato Gianluca un amatore italiano che vive a Rio ormai da vent’anni e si è unito loro “Grazie – gli ha scritto- Pedalare con voi è stato come tornare indietro di vent’anni. E a mia moglie ho detto che sono l’uomo più felice del mondo…”