Sarri e l’ipocrisia del calcio
Non per difendere Sarri, perchè si difende benissimo da sè, e perchè gli insulti a Mancini sono un brutto episodio. Però tutto questo casino ce lo potevamo risparmiare. Ce lo potevano risparmiare prima Sarri e poi Mancini. Gay, diritti civili, matrimoni omosessuali, adozioni sono argomenti che meritano scenari per discussioni più serie, non gazzarre da campo o da bar. E’ chiaro che all’allenatore del Napoli quella frase gli è scappata. E’ chiaro che ha detto una stupidaggine. Però poteva e forse doveva finire lì anche perchè il tecnico azzurro ha ammesso chiaramente di aver fatto una “cazzata” e ha chiesto scusa prima a Mancini e poi a tutti quelli che si sono sentiti offesi. E oggi chi chiede più scusa? Chi ha più il coraggio di andare davanti a una telecamere ad ammettere un errore? Ma il punto è un altro. Che l’antirazzismo sia un valore è fuori discussione. Che la “lezioncina” venga dal calcio lascia un po’ più perplessi. Certo, sono state fatte campagne pubblicitarie, le squadre se lo sono scritte sulle magliette che al razzismo si deve dire stop, le entrate in campo sono fatte tenendo per mano bimbi di tutte le nazionalità e di tutti i colori. Bello, tutto molto bello come direbbe Bruno Pizzul. E allora che valga sempre. Che non sia una recitina a proprio uso e consumo o la rabbia che esplode contro un tecnico che è cresciuto sui marciapiedi, che legge Bukowski e che tutti considerano un po’ un parvenu perchè che sta scombinando gli schemi acquisiti. E non solo in campo o perchè va in panchina con la tuta. Sinceramente così pare. Così pare in un movimento dove sono “morali” le scommesse anche clandestine, dove ai bambini molti allenatori insegnano a simulare, dove la mano di Maradona che inganna l’arbitro diventa la “mano de Dios”. In un mondo che dove l’omertà su scandali e molto altro è all’ordine del giorno, dove di doping e morti di Sla non se ne parla come se nulla fosse mai accaduto. Sembra la recitina di un mondo dove sugli spalti il razzismo è nei cori di tutti i giorni, negli striscioni, nelle aggressioni. Sembra una lezioncina del “prof” che spiega che le sigarette fanno male però poi fuma in classe. Allora viene da chiedere a Mancini, che questo polverone ha sollevato, dov’era quando il suo amico per la pelle Sinisa Mijhailovic apostrofava con “negro di m…” Patrick Viera liquidando il tutto con un “può succedere…sono due ragazzi intelligenti si chiariranno”. E dov’era quando il presidente Carlo Tavecchio insultava donne ed immigrati parlando di lesbiche e banane e soprattutto dov’è quando i tifosi dell’Inter ( ma non solo loro) intonano i cori con “Napoli colera” o quando invitano il Vesuvio a seppellire la città? Quando succederà ancora, perchè succederà, mister Mancini anzichè darsi una pettinata al ciuffo e girarsi dall’altra parte facendo finta di nulla, provi ad andare in mezzo al campo a gridare la sua rabbia…