Più teatro e meno calcio?
Siamo un popolo di santi e navigatori ma soprattutto restiamo un popolo di calciatori. Non che giochiamo tutti a calcio, ci mancherebbe. Però lo seguiamo, lo commentiamo, lo guardiamo. Ieri sera al teatro dal Verme di Milano durante la premiazione della quindicesima edizione del premio Gianni Brera di fronte ad un teatro pieno all’inverosimile sono sfilati grandi campioni. Gianni Motta, Anna Mei, Federico Morlacchi, le atlete del Fanfulla hanno strappato applausi e ritirato premi. Però il calcio fa un altro effetto e forse è per questo che i ragazzini hanno fatto la coda per farsi un selfie con Gianluigi Buffon o con Luca Toni. Se poi sul palco a ritirare un premio sale anche un signore di una certa età con i capelli bianchi e l’aria furba di chi ha fatto a gavetta che si chiama Giovanni Trapattoni allora la storia non finisce più. Lui andrebbe avanti ore a raccontare aneddoti e il popolo del calcio (e non solo il popolo del calcio) starebbe ore ad ascoltarlo. Un mito il Trap, da conservare i più a lungo possibile e da clonare se fosse possibile per dare linfa a uno sport che tra scommesse, scandali, debiti, evasioni fiscali, indagini e manette sta perdendo smalto. E non solo smalto ma anche spettatori. Milan e Inter, tanto per fare un esempio, quest’anno vengono battute anche dal teatro. Con i suoi 25mila abbonati, un record assoluto, il Piccolo Teatro di Milano infatti fa più tessere da ciascuna delle due squadre di calcio milanesi. E non è finita, visto che la campagna di vendite degli abbonati è ancora in corso. La notizia testimonia di un cambiamento interessante nelle scelte dell’intrattenimento in Italia a tutto vantaggio delle produzioni culturali e di spettacolo. Il che in tutta sincerità non è che guasti. Le trionfali cifre del Piccolo, inoltre, fanno il paio con quelle del Teatro di Roma, dove il record è doppio considerando il contesto (zero budget per la comunicazione) di crisi economica della capitale. Non so se sia un caso, una coincidenza o il segno che qualcosa stia cambiando. Però se fossi nei signori del pallone un piccolo pensierino magari lo farei…