Vigorelli, il ciclismo torna a casa
Serviva la bacchetta magica visto che si parla di una pista magica. O forse la testardaggine e la buona volontà di un comitato che si ha sempre creduto. Il Vigorelli torna a sentire il rumore lieve delle bici da pista. Torna ad essere ciò che la sua storia gli impone e che i tempi chiedono, cioè un velodromo aperto agli appassionati, ai ciclisti metropolitani e ai giovani che vogliono imparare ad andare in pista. Da qualche settimana è partito il primo lotto di lavori per il restauro della tettoia, della pista e del prato. Per l’inizio dell’estate dovrebbe essere tutto finito anche se il condizionale è d’obbligo perchè il Palalido docet. Dal Comune spiegano che verrà valorizzata la pista e sarà riportata all’antico splendore tutta la struttura, incluse le palestre sottostanti, le coperture, il campo di gioco oggi utilizzato dal Football americano con un investimento di 7 milioni di euro, tutti a scomputo degli oneri a carico di Citylife. «L’obiettivo è di chiudere il cantiere entro il prossimo giugno- spiega l’assessore allo sport Chiara Bisconti– Il Vigorelli rinascerà come velodromo urbano e come arena civica da ottomila posti, per essere utilizzato anche come luogo per l’intrattenimento. Siamo al lavoro con la Federazione Ciclistica Italiana e il Comitato Velodromo Vigorelli per sviluppare un progetto che ne faccia la casa della bicicletta a Milano, aperta a tante proposte diverse». Si torna a pedalare, insomma. Dopo l’ipotesi di trasformare il tempio della velocità e dei record dell’ora in un centro polifunzionale con un pista di ciclismo smontabile che aveva fatto gelare il sangue nelle vene agli appassionati e non solo a loro, perchè il Vigorelli resta un simbolo del ciclimo da sempre, si è trovata la «quadra». «Sì l’ipotesi di un centro polifunzionale resta e va bene- spiega Stefano Peruch del Comitato nuovo Vigorelli- ma è chiaro che la pista di ciclismo per noi era fondamentale che restasse e venisse rimessa a posto. Il Vigorelli è il ciclismo e togliere la pista sarebbe stata un bestemmia. Non è un pallino da nostalgici è che la funzione del velodromo è quella lì e poi a Londra hanno fatto la stessa cosa e funziona». Un velodromo popolare quindi, anche se con una valenza più tecnica, che diventi il centro di incontro per atleti, appassionati, giovani e scuole e che ruoti intorno alla bicicletta a 360 gradi. «Il progetto è questo- racconta Peruch- Con il secondo lotto di lavori saranno ristrutturati la storica palestra di boxe Ravasio ma anche gli spogliatoi e altre aree che potrebbero diventare depositi per le bici da pista che sono bici particolari con cui non si può girare in strada e ospitare servizi. Come ciclofficine, centri di medicina sportiva, palestre dove si organizzano corsi di spinning ciclistico». Infine il museo del Ghisallo, lo spazio che racconta la storia del ciclismo, voluto da Fiorenzo Magni che il Comune penserebbe di spostare all’interno del Vigorelli: «Se ne è parlato- spiega Peruch- anche se mi sembra più realistica l’ipotesi di dedicare al museo magari un locale che faccia da richiamo per gli appassionati. Il Ghisallo è giusto che stia sul Ghisallo, magari andrebbero realizzati là i servizi che servono. Chi arriva lassù pedalando oggi non ha neppure uno spazio per lasciare la bicicletta o per cambiarsi gli abiti sudati…