All’inizio dell’anno era stata l’Adidas ad annunciare che avrebbe tolto il disturbo. Ora tocca alla Nestlè. Sarebbe il caso che la Iaaf, la Federazione internazionale di atletica leggera, cominciasse a far due conti. Il doping, gli scandali, verità conosciute ma spesso ignorate e verità taciute cominciano a costar caro. E il prezzo è alto. Così dopo Adidas che all’inizio di gennaio ha fatto sapere al presidente Sebastian Coe che non aveva più nessuna intenzione di continuare con il contratto di sponsorizzazione con la Federazione che sarebbe divuto durare anche per i prossimi due anni ora è il gigante svizzero a chiamarsi fuori nel timore che gli scandali russi, keniani, le denunce e le omissioni possano danneggiarne l’immagine pubblica.  Nestlè, che sosteneva in particolare i programmi atletici per i più giovani, con un accordo che scadeva tra un anno, ha deciso «di sospendere tutto con effetto immediato a causa della pubblicità negativa provocata dalle inchieste sulla corruzione e il che coinvolgono la Iaaf e il mondo dell’atletica leggera», si afferma in una nota ufficiale dell’azienda alimentare. La Iaaf sarebbe determinata invece a convincere Nestlè a proseguire la partnership fino alla scadenza, di cinque anni. La fuga dei principali sponsor mette ancor più sotto pressione Coe, già deve affrontare gli effetti delle inchieste su corruzione che riguardano la gestione del suo predecessore, Lamine Diack, e delle indagini condotte dall’Agenzia mondiale antidoping, che hanno portato finora alla sospensione della Russa e dei suoi atleti dalle competizioni internazionali.