Triathlon e schizofrenia
A volte lo sport è solo una scusa. Un’ottima scusa per puntare più in alto, per avvicinarsi là dove non arrivano governi, enti ospedalieri, protocolli. E non sempre per cattiva volontà, è che a volte davvero non si riesce ad arrivare ovunque. Spesso c’è una sensibilità che fa la differenza e i movimenti sportivi sono più attenti, perchè ormai sempre più spesso, si corre, si pedala, si nuota e si salta per dare una mano a chi non ce la fa. E’ un fatto di Dna, di cultura, di persone abituate darsi da fare, a far fatica e a giocarsela pensando che sia giusto che ad ognuno venga data un possibilità. Uno degli ultimi progetti vede protagonista il triathlon e promuove il recupero e l’integrazione sociale delle persone affette da schizofrenia, oltre 300mila in Italia, attraverso programmi integrati e con un’attenzione particolare anche all’attività fisica. “Triathlon-Indipendenza, Benessere, Integrazione nella Psicosi” coinvolgerà oltre 3.000 medici e operatori di 36 Dipartimenti di salute mentale (DSM) sul territorio. Il progetto che durerà 18 mesi, è promosso dall’azienda farmaceutica Janssen in collaborazione con la Società Italiana di Psichiatria, Società Italiana di Psichiatria Biologica, Società Italiana di NeuroPsicoFarmacologia , Fondazione ITACA e Osservatorio Nazionale sulla salute della donna. “Lo sport è fondamentale per chi soffre di questi disturbi- spiega Emilio Sacchetti, past president della società italiana di psichiatria- e negli ultimi 6 anni numerosi studi hanno dimostrato che l’esercizio fisico può avere un effetto positivo sui sintomi e sulle performance cognitive dei pazienti». Disturbi che nuotare, correre e pedalare sono in grado di attenuare ma anche di portare allo scoperto in una società dove spesso si fa ancora fatica ad accettare la malattia . “Il progetto parte dal dato che la schizofrenia è tra le patologie che hanno un impatto maggiore sulla vita del paziente e dei familiari- spiega il presidente della Società italiana di psichiatria Claudio Mencacci– ed è inclusa tra le prime dieci cause di grave disabilità cronica>. Altro problema sono poi i costi associati alla malattia, stimati in circa 3,2 mld di euro e, di questi, il 60% è costituito da costi indiretti, come perdita di produttività dei pazienti e dei loro familiari. Tra i costi diretti, il trattamento farmacologico pesa solo per il 10%, mentre l’81% è assorbito dai costi di ospedalizzazione e assistenza domiciliare. Lo stigma e la scarsa consapevolezza rendono inoltre la malattia ancora poco accettata e non tempestivamente trattata, tanto che in Italia più di una persona su tre, nonostante abbia un disturbo schizofrenico, non arriva al contatto con i Servizi e di conseguenza non riceva alcun trattamento. Per la prima volta, la disciplina del triathlon viene proposta come nuovo approccio per il benessere delle persone con psicosi, fino a culminare nel Primo campionato di Triathlon a squadre della salute mentale. Una sfida importante, dove ovviamente vincono tutti.