La bici e la buona strada
C’era una volta il buongoverno… Ci sono la buona tavola, il buon bere, il buon lavoro… C’è un “buon” per tutto che, come si diceva una volta, è un po’ come la una laurea o una sigaretta, non si nega a nessuno. Quindi dovrebbe esserci anche una “buona strada” soprattutto per quanto riguarda pedoni e ciclisti che sono le categorie più a rischio, checchè ne dica qualcuno che sostiene che sono indisciplinati e quindi se la cercano. Infatti in strada mooiono loro. Perchè la buona strada non c’è . Non c’è per niente. Così dodici testate ciclistiche da oggi si mettono insieme per chiedere al governo un’azione decisa per contrastare l’uso del cellulare alla guida, e anche per chiedere che fine abbia fatto il nuovo Codice della strada, fermo al Senato da un anno e mezzo dopo aver avuto l’ok della Camera. L’iniziativa corre su Twitter con l’hashtag #qualebuonastrada, che riecheggia ironicamente lo slogan scelto dalla campagna comunicativa del ministero delle Infrastrutture #sullabuonastrada, ed è stata lanciata in seguito ai due gravi scontri, ognuno con un morto e diversi feriti, a Roma e Venezia, che hanno coinvolto ciclisti travolti da automobilisti, il tutto in condizioni di perfetta visibilità e dunque -sostengono i promotori- molto probabilmente dovuti alla distrazione di chi era al volante. La campagna è firmata da Bike Channel, Bikeitalia.it, Lifeintravel.it, Viagginbici.com, Cyclinside.it, Bicilive.it, Rivista BC, Ciclismo.it, Bikelive.it, MTB-mag.com, BDC-mag.com, e Tuttobici. “Il 26 marzo un gruppo di 3 ciclisti è stato investito da un’auto appena fuori Roma. Uno di loro ha perso la vita e altri due sono stati feriti -si legge nel testo della campagna- Il 7 aprile la stessa dinamica ha coinvolto un altro gruppo di ciclisti al Lido di Venezia, anche questa volta il risultato è di un morto e un ricoverato in gravissime condizioni. Di fronte a questo tipo di notizie è difficile parlare di ”tragica fatalità” e viene da porsi invece la domanda: se chi stava guidando non si è accorto di avere innanzi a sé un gruppo di ciclisti, dove stava guardando, invece di guardare la strada? La risposta ce la fornisce l’ultimo rapporto sull’incidentalità Aci-Istat che rileva come il 28% degli incidenti stradali sono causati da alta velocità o da distrazioni alla guida. E la più grande fonte di distrazioni, lo sappiamo, è il cellulare che in ogni momento della giornata richiama la nostra attenzione”. La buonastrada? E ancora tutta da costruire