Dumoulin e la Sferracavalli
Con il quarto posto nella sesta tappa del Giro, 157 km da Ponte a Roccaraso, Tom Dumoulin mantiene la maglia rosa. Fine. Il lancio d’agenzia non aggiunge altro e forse non c’è molto altro da aggiungere. Se non che l’olandese ha staccato Vincenzo Nibali e Mikel Landa tanto per ricordare a loro, e a tutti, che non è solo uno che va forte a cronometro ma anche in salita e cosa è capace di fare lo ha fatto vedere l’anno scorsa nella Vuelta di Spagna. Oggi ha guadagnato una manciata di secondi ma non è questo il punto. In realtà ha dato un bel paio di schiaffoni all’autostima dei suoi avversari. Ma a proposito di salita qualcosa invece bisogna aggiungere perchè la tappa dell’Aremogna, anche se non ha provocato terremoti dei tapponi alpini, non era proprio una passeggiata. Per tutta la diretta in tv i due telecronisti Rai Francesco Pancani e Silvio Martinello hanno ripetuto, ripetuto e ripetuto che la salita che da Castel di Sangro sale sulle piste da sci dell’Aremogna e di Pizzalto in realtà non era una salita verà. Può essere ma non l’hanno mai fatta. Pancani non dev’essere uno che pedala e Martinello, che quando correva in salita lo dovevano tirar sù, adesso che sta davanti alle telecamere la fa facile. La salita dove oggi è passato il Giro è un pezzo di storia del ciclismo, non sarà lo Stelvio o il Mortirolo d’accordo, ma comunque non è ciò che si vuol fa credere. Una volta, quando non c’erano le superstrade dove si è passati oggi, si pedalava dopo aver scalato il Macerone fino a Rionero Sannitico e da quelle parti in dialetto la chiamavano “Sferracavalli”. Questo perchè è talmente ripida che tanti anni fa chi fa la faceva a cavallo perdeva i ferri che stavano sotto gli zoccoli. Poi sono arrivate le auto che comunque vanno su in seconda e a volte anche in prima a meno che non nevichi perchè allora non bastano neppure le gomme termiche: servono le catene. E infatti tanti anni fa i ragazzi del posto che volevano raggranellare qualche lira si appostavano all’inizio della Sferracavalli proprio per montar catene ai turisti che arrivavano da Napoli per andare a sciare dove oggi c’era il traguardo del Giro. Ora , da quando dalla parte opposta della valle, è stata aperta la nuova superstrada la Sferracavalli è diventata una strada per pochi appassionati. Soprattutto per ciclisti. Che qui ci provano e si mettono alla prova. Una decina di chilometri che lasciano il segno, nelle gambe. Con due o tre tratti dritti che non finiscono mai dopo il bivio che porta a Roccacinquemiglia. Quindi sarà anche, come dicono Pancani e Martinello, che oggi era tutto facile e primo, secondo, quarto o quinto poco cambia. Però davanti dopo la Sferracavalli è arrivato Dumoulin. E potrebbe non essere un caso…