Tamberi vada a Rio lo stesso
“Svegliatemi da questo incubo… Ridatemi il mio sogno vi prego… Tutti questi anni solo per quella gara, tutti questi sacrifici solo per quel giorno…vorrei dirlo, vorrei urlarlo che tornerò più forte di prima, ma ora davvero riesco solo a piangere! Addio Rio…”. Fine. Il sogno olimpico di Gianmarco Tamberi resta sulla pedana di Montecarlo dove ieri sera ha fatto segnare con 2.39 il nuovo primato italiano. Si era messo dietro tutti i migliori poi ha provato a saltare ancora per superare quei 2.40 che voleva raggiungere prima di Rio e il destino gli ha presentato il conto. Gli esami strumentali, effettuati all’ospedale San Matteo di Pavia hanno evidenziato la lesione del 50% del legamento deltoideo della caviglia sinistra. A meno di un mese dalla gara olimpica impossibile recuperare per l’azzurro che era tra i favoriti. E così finisce una bella storia sportiva che a Rio si sperava trovasse il giusto finale. Ma è un finale con parecchie note stonate. Tamberi è un fenomeno. Ha enormi potenzialità dal punto di vista sportivo ma ne ha altrettante da quello mediatico. E’, come si dice in questi casi, un personaggio che buca lo schermo, che ha seguito, che con i suoi atteggiamenti fa tendenza. C’è il rischio che uno come lui piaccia a molti ma non a tutti, un po’ per invidia, un po’ per le cose che dice. E la sua rovente polemica con Alex Schwazer a cui non ha mandato a dire che non era degno della maglia azzurra qualcuno se l’è legata al dito. Basta andare sui social oggi a leggere alcuni commenti che salutano quasi con gioia l’infortunio del marchigiano per capire quale sia il vero danno e quale l’effetto devastante di questi mesi (anni) di polemiche, dubbi, complotti, fazioni, che stanno frantumando l’atletica. Siamo arrivati al punto che o stai con me o contro di me. Senza la mezza misura che spesso suggerisce il buonsenso. Senza il rispetto verso un ragazzo che può star simpatico o meno ma che fino ad oggi ha giocato pulito, ha inseguito con tutte le sue forze un sogno che un infortunio a poche settimane dei Giochi gli ha portato via. E chi gioisce per l’infortunio di una atleta o di un avversario non ha valori. Tamberi invece di valori ne ha e a Rio dovrebbe andarci lo stesso. Anche senza gareggiare, come capitano non giocatore così come si fa in Coppa Davis. Perchè credo se lo meriti e per spiegare a tutti quelli che hanno gioito per ciò che gli è successo che lo sport non è ciò che pensano loro. Ma un’altra cosa e bisognerebbe ricordarsene.