Mazzetti: “A Rio incrocio le dita…”
Anna Maria si scrive staccato; due parole. E ci tiene Anna Maria Mazzetti, poliziotta magentina che difenderà i colori azzurri tra qualche settimana alle olimpiadi di Rio. Non è la prima volta che fa un’olimpiade. Nel triathlon che conta lei c’è quasi sempre e infatti quattro anni fa a Londra c’era.«Sì c’ero- racconta facendo un po’ gli scongiuri- e stava anche andando bene. Poi in bici quando ero con le migliori sono caduta e la gara è praticamente finita lì. Sono arrivata al traguardo 46ma ma piena di botte e acciacchi. Non fosse stata un’olimpiade mi sarei fermata…». Ma un’olimpiade è un’olimpiade. E anche per chi come lei è abituata a girare il mondo per gareggiare nei circuiti mondiali, non è una gara come le altre. «Dal punto di vista tecnico non ci sono grandi differenze- spiega- Le avversarie sono le stesse che incontro nelle gare dell’anno e nuotare, pedalare e correre sulle distanze olimpiche non cambia. Ciò che è diverso è il contesto, l’aria che si respira in un’olimpiade è diversa, una sfida che vale una carriera che ti capita ogni quattro anni o forse mai più…». Un chilometro e mezzo a nuoto, 40 chilometri in bici e poi dieci chilometri di corsa ottimizzando tutti i tempi di uno sport che sta diventano moda, dove ci si cambia in pochi secondi, dove bisogna essere versatili, forti, concentrati, tenaci. Un’avventura da vivere e condividere con gli altri tre azzurri del triathlon, il carabiniere Alessandro Fabian, Davide Uccellari e Charlotte Bonin delle Fiamme Azzurre. Ma anche con gli altri azzurri nel villaggio olimpico . Una vigilia differente e sicuramente speciale. «Sì è così- spiega la Mazzetti- Si vive insieme per settimane e si fa il tifo tutti per tutti. Si condividono le emozioni. Quattro anni fa a Londra stavo facendo fisioterapia con Valentina Vezzali e lei mi ha chiesto che sport facevo. Quando le ho detto triathlon ha fatto una faccia… Voi si che vi fate il mazzo… mi ha detto. E sentirselo dire da una campionessa come lei per me è stata un’emozione infinita». Il 20 agosto alle 11 del mattino si tufferà in acqua, poi dopo 8 giri in bici con una salita che è un incubo solo a pensarci finirà con una corsa sul lungomare: «Quanto ho pensato a questa gara? Molto- confessa- Però è inutile pensarci, tanto le cose poi vanno sempre diversamente da come uno si immagina. Io sono felice di essere qui e non vedo l’ora di arrivare al traguardo. Speso solo di avere un po’ più di fortuna di 4 anni fa a Londra e magari di ripetere la gara del test-event che abbiamo fatto qui a Rio dove sono arrivata ottava…»