Viviani, l’oro delle lacrime
L’oro di Elia Viviani brilla di più. Brilla perchè arriva dopo un quarto posto ai Giochi di Londra e dopo un quarto posto ai mondiali, sempre a Londra, che potevano anche diventare un’ossessione. Perchè arriva dopo una caduta, ed era già successo una volta quando il veronese si scheggiò il bacino. Perchè arriva dopo vent’anni in una disciplina dove l’azzurro era un colore di moda ma poi ha perso lo smalto, scolorito perchè si è sempre pensato che la pista fosse uno sport da vecchi nostalgici. E invece gli inglesi, ma non solo loro, ci hanno spiegato, che forse non è proprio così. Brilla di più perchè è il finale lieto di una storia di sacrifici, di impegno, di lavoro, di gallerie del vento e di gente che ci ha creduto fino in fondo con i mezzi(pochi) che aveva a disposizione come ha raccontato a botta calda ieri il commissario tecnico Marco Villa. Perchè è un bel tricolore che sventola senza bisogno di nessuna retorica, senza paura, senza messaggi da mandare a nessuno, con la semplicità di chi sa di aver fatt qulcosa di importante e non solo per lui. Brilla perchè è un oro sudato, conquistato con l’ultima goccia di sudore, senza freni, spingendo più che si poteva, braccato da Mark Cavendish con cui c’era un conto in sospeso e che ha provato anche a giocare sporco, perchè quando ha buttato giù il coreano non lo ha fatto perchè si era distratto…L’oro di Elia Viviani brilla di più perchè è un bell’abbraccio a mamma Elena e a papà Renato che in tribuna hanno perso qualche anno della loro vita ma che sono il simbolo di un Paese che per i figli sa ancora fare tutti i sacrifici che servono, che per i figli si commuove, che per i figli si butterebbe nel fuoco… E gli si leggeva negli occhi. Brilla di più perchè era l’ultima occasione, l’ultima chanche come ha detto Viviani dopo il traguardo. E c’è una bella pressione e una bella differenza. Ma brilla di più anche perchè è l’oro delle lacrime. Di chi ha il coraggio di piangere, perchè ad Olimpia il pianto è sempre stato la virtù degli eroi non la debolezza di chi si arrende. Così ci racconta la storia. E le lacrime incontenibili di Elia Viviani erano le lacrime incontenibili di un ragazzo coraggioso che è finalmente riuscito ad andare a prendersi ciò che gli spettava. Senza polemiche, senza dubbi, senza nulla da rivendicare.