New York, vigilia italiana
Chissà perchè, ma gli italiani li riconosci subito. Anche a New York. E sono tanti. Da Time Square a Ellis Island è tutto un intrecciarsi di telefonini puntati su statue della Libertà, grattacieli, insegne e tutto ciò che capita a tiro. Selfie compresi. E e ci mancherebbe. La maratona di New York è più italiana di tante maratone di casa nostra che tremila runner al via, tutti insieme, neppure se li sognano. E invece qui tanti sono, che fanno la pattuglia straniera più rappresentata e anche un bel gruzzolo per il road runner di New York che ormai di qeusta gara ha fatto il business più business che c’è. Basta fare un salto all’expo per capire di cosa si tratta, una babele del running che si declina in tutto ciò che si può vendere dai calzoncini alle magliette, alle tazze, ai bicchieri, guanti , cappellini e tutto ciò che si può marchiare con lo stemma della Nycm. Ovviamente va tutto a ruba o quasi, non si bada a spese perchè qui una volta si viene e poi chissà quando ancora. E gli amerciani che, fra quelche giorno decideranno se mettersi nelle mani di Trump o della Clinton, passano volentieri all’incasso. La vigilia della city marathon quindi è parecchio azzurra. E’ molto “roba” nostra, con la foto di rito in Columbus Circle, con la corsetta a Central Park, con le colazioni da Pret a manger o da Starbucks e con la caccia ai carboidrati che non si trovano perchè da queste parti pasta e pizza sono davvero un’ipoteso coraggiosa. E così trionfano bagle, steak e hamburger che non saranno il “carico” perfetto del giorno prima ma una gioia per il palato anche se meno per il portafoglio. E’ un viavai quasi frenetico. Dall’Expo, alle hall degli alberghi, dai briefing pre gara alle camminate interminabili tra una avenue e l’altra con il naso costantemente all’insù, da una coda al Moma a un’altra per entrare nel museo dell’immigrazione che è una realtà che bisognerebbe conoscere e servirebbe a farci capire tante cose su come oggi noi trattiamo i migranti. New York si muove con la maratona, con il pasta party, con gli eventi, con le conferenza stampa e le ricorrenze da premiare e celebrare. Tutti hanno un ottimo motivo per venire qua. E la città li accoglie e li fa sentire importanti. C’è gloria per tutti. Perchè New York e l’America sono così, godono nel darti una chanche che però devi essere capace di andare a prenderti. Anche quando sembra impossibile. E allora chi domani arriverà al traguardo comunque vincerà la sua maratona. Come sempre ma qui un po’ di più. Perchè da un Paese che non si vergogna a mettere le sue bandiere sulle case, sulle metropolitane, sui camion dei pompieri e della nettezza urbana ti aspetti questo e qualcosa in più. E Central Park vale sempre il prezzo del biglietto