I canguri vestono italiano
C’è un made in Italy che funziona. Che garantisce a questo Paese sempre più colonizzato un’immagine ma anche numeri e lavoro. Moto, bici, abbigliamento, aziende che da generazioni segnano la continuità di un mestiere che si tramanda, eredità fatte di storia e passione. La moda italiana in questo senso è un indiscusso punto di riferimento e lo è anche da sempre l’abbigliamento sportivo con aziende che hanno saputo tener botta innovando e investendo ma non dimenticandosi mai di cosa sono state. Che sono state capaci di conservare il fascino di una tradizione che è diventata il valore aggiunto di un marchio. Anche, e forse soprattutto, all’estero. E di pochi giorni fa la notizia che il maglificio Santini che produce più di 3.000 articoli al giorno, ed esporta l’80% della sua produzione, ha rinnovato l’accordo come partner esclusivo della Federazione Australiana di ciclismo. Una collaborazione iniziata una quindicina di anni fa e che ora guarda al prossimo quadriennio olimpico: «Il rapporto con Cycling Australia è un capitolo fondamentale della nostra storia aziendale e familiare – spiega Monica Santini, amministratore delegato di Santini Maglificio Sportivo – e l’elemento fondante di questa sponsorizzazione è lo sviluppo innovativo di prodotti di alta gamma, creati in esclusiva per gli atleti élite australiani». Oltre alla fornitura ufficiale di abbigliamento tecnico per la Squadra Nazionale e per la Cycling Australia HPU (High Performance Unit), quella di capi casual e di specifiche divise disegnate per i membri dello staff di supporto di Cycling Australia e per i giudici della federazione, i capi firmati Santini vestiranno gli atleti australiani di tutte le discipline, dal ciclismo su strada alla pista, dalla mountain bike alla BMX, dal ciclo-cross al para-ciclismo fino alle squadre Juniores. Sulla strada di Tokyo quindi i canguri vestiranno italiano, nel segno di uno stile che in quella terra dai ristoranti, alla moda, dalle bici alle maglie vede il nostro Paese ai primi posti nella hit parade delle tendenze. E nel segno del marchio Santini, creato dal cavalier Pietro nel 1965 che , da innamorato del ciclismo e delle gare, ebbe l’intuizione di specializzarsi nell’abbigliamento tecnico disegnando e producendo tutti i prodotti esclusivamente in Italia., così nel tempo e così oggi. «Abbiamo costruito una relazione estremamente proficua con Santini in questi 15 anni e siamo entusiasti di mantenerla anche per i Gold Coast 2018 e per Tokyo 2020 – afferma Nicholas Green, CEO di Cycling Australia – una partnership che va oltre alla fornitura delle maglie per i nostri atleti. Noi vediamo in Santini un partner tecnologico e d’innovazione”.