Toscana, ciclismo classico
La Toscana è un classico come il Chianti, come i cipressi, come i casali che si perdono tra le colline, come un cippo su uno sterrato che da qualche giorno porta il nome di Fabian Cancellara. Parlano le immagini. Si dice spesso così. Ma a volte le immagini dicono qualcosa di più, dicono che il ciclismo è una storia che torna e che non finisce mai. Già sentita un milione di volte ma ogni volta diversa, rinnovata nelle facce, nelle smorfie, negli applausi, nelle bici che si sporcano di fango, nella strade lucide di pioggia, nei fari delle ammiraglie che riflettono, nelle cerata colorate degli spettatori, nella fatica che chi è in fuga e di chi rincorre, negli arrivi e nelle partenze in Piazza del campo come all’ultimo giro di un Palio dove le bici stanno in piedi a fatica e sembrano cavalli all’ultimo giro. Le “Strade bianche” sono la nostra Roubaix, il nostro Fiandre. C’era anche il cielo grigio e gonfio oggi a ricordare che nel grande ciclismo del Nord ora c’è anche un pezzo di Toscana. Hanno vinto Michal Kwiatkowski, il polacco del team Sky e la nostra Elisa Longo della Wiggle High5 ma hanno scritto solo un pezzetto di una storia che continua. Domani si riparte sui due i percorsi della Gran Fondo quello lungo 127 km che, passando da Radi, Buonconvento, Ponte d’Arbia, Monteroni d’Arbia, San Martino in Grania, Castelnuovo Berardenga e Pieve a Bozzone, calca il tracciato della sfida di oggi, con otto tratti sterrati e quello più breve, di 74,5 km e con 6 tratti bianchi. Sono un continuo su è giù perchè la Toscana è così, gioia e tormento per chi pedala. E lo faranno in cinquemila che sono davvero tanti, un fiume di gente, di bici e di passione. Che sono una bella macchia colorata che sul bianco antico degli sterrati risalta ancor di più…