Sport, ripartire da Paestum
Domenica scorsa a Paestum sono stati organizzati i campionati italiani giovanili di duathlon. Qualcuno ha provato a far le pulci, qualche società si è lamentata per la lontananza, ma è stata un’ottima manifestazione. Tanti ragazzi che si sono portati dietro le famiglie, tanti tifosi su un percorso ben transennato, strade chiuse, vigili e volontari dove serviva. Non è stato semplice organizzare una gara così di due giorni in un sito archeologico come Paestum. NOn è mai semplice. Come mi spiegava l’assessore allo sport Raffaele Barlotti chiacchierando sulla linea del traguardo è stato necessario mettere d’accordo diverse anime: ” Vede qui?- mi diceva- Qui nello spazio di dieci metri c’è l’area del sito su cui ha competenza la sovrintendenza della bella arti, la strada che fa capo al Comune e lo spazio verde dove è stata allestita la zona cambio che è di un privato…”. Insomma va sempre trovata la “quadra”, usando un termine leghista in terra del Sud. Ma quando la quadra si trova sono applausi. E non solo perchè correre in un sito archeologico come Paestum è uno spettacolo che riempie gli occhi e l’anima ma soprattutto perchè promuovere lo sport ovunque, ma soprattutto al Sud è la scommessa che questo Paese deve vincere. Basta dare un’occchiata ai dati. L’Italia è uno dei paesi europei con il maggior numero di persone che non fanno attività fisica. Un dato su cui incidono forti differenze territoriali, sociali ed economiche. Secondo l?organizzazione mondiale della Sanità l’inattività fisica è corresponsabile di circa un milione di decessi l’anno in Europa. E l’Italia è il quarto paese (a pari merito con la Romania) meno attivo in Europa, dopo Bulgaria, Malta e Portogallo. Il 60% degli italiani afferma di non praticare mai sport né attività fisica. Un dato che ha anche una forte connotazione regionale, come mostrano i dati Istat. Solo in Trentino Alto Adige e Valle d’Aosta la quota di persone che praticano sport supera il 40%. Tutte le altre regioni del centro e del nord si collocano tra il 30,4% registrato in Liguria e il 37,8% della Lombardia. Le regioni meridionali sono tutte ampiamente sotto il 30%, in Campania addirittura non si raggiunge la soglia del 20% (17,9%). Ciò detto si intuisce che c’è molto da fare. C’è da rimboccarsi le maniche. Meno burocrazia, qualche aiuto in più dal Coni a chi organizza gare giovanili, una diversa “allocazione” dei fondi che il ministero dello sport dedica alla promozione sportiva che permetta così di far ripartire i movimenti dal triathlon, all’altletica, allla scherma…NOn solo calcio insomma. Ecco perchè, tornando ai campionati italiani di duathlon a Paestum viene da dire che era la manifestazione che ci voleva. Perchè a Paestum? Per tutti questi motivi…