Bici contromano
In bici contromano. A parte il fatto che ci vanno già in molti, ma ora si può. A Milano per la prima volta si potrà in via Brera, in pieno centro. Da tempo le associazioni di ciclisti chiedevano di dare la possibilità alle biciclette di percorrere quel tratto in senso contrario. Così l’assessore al traffico Marco Granelli ha deciso di andar loro incontro. Un anno fa l’Agenzia mobilità e ambiente (Amat) aveva effettuato dei rilievi sulla tipologia di veicoli che percorrono la via lungo l’arco delle 24 ore, evidenziando che in entrambe le direzioni l’80% dei passaggi riguardava pedoni, per 14% di biciclette e per il resto di veicoli a motore: “Ci sono le condizioni per rendere possibile l’uso promiscuo in direzioni opposte- spiega il Comune- Perchè ci sono i limiti di velocità di 30 orari per i veicoli a motore e l’ampiezza necessaria della carreggiata”,. L’ordinanza di Palazzo Marino, pubblicata alcuni giorni fa sul sito del Comune, favorisce così la continuità dei percorsi ciclabili e i collegamenti radiali centro-periferia. E allo studio ci sono ora altri percorsi già in zone 30 orari da corso Garibaldi a via Noè, da via San Giorgio a via Aurispa. Si vedrà. Per ora in contromano si va in Brera tra gli applausi di chi pedala e i musi lunghi di chi crede che questo sia l’ennesimo privilegio ad una categoria ( quella dei ciclisti) che in contromano già ci va. E un po’ è vero. Ci sono un sacco di “fenomeni” che in bici fanno ciò che vogliono nella certezza di un’impunità che nè vigili nè telecamere mettono in dubbio ma provocando un danno enorme a chi invece le regole le rispetta. Certo è che dopo aver liberalizzato il primo senso unico, dopo il primo divieto d’accesso “eccetto bici” l’assessore Granelli potrebbe “battersi” sostenendo una campagna che renda più sicuro andare in bici in città. Che renda, ad esempio, obbligatorio il casco. Lo usano i motociclisti, lo usano i triatleti, lo usano i professionisti al Giro e al Tour che sicuramente pedalano meglio di tanti ciclisti improvvisati che affollano il centro delle città, lo usano tutti quelli che gareggiano su circuiti chiusi alle auto e allora perchè non anche a Milano, non anche in via Brera? E ancora, perchè l’assessore non dà ordine ai vigili di controllare tutte quelle biciclette che di sera viaggiano senza luci? Di controllare tutti quei ciclisti che di notte non hanno nè pettorine gialle nè catarinfrangenti? Quando corro una gara di triathlon i giudici la mia bici la controllano da cima a fondo: e se ho le protesi che escono dai freni di un centimetro mi bloccano. Perchè in giro per la città vedo bici a scatto fisso senza freni? Prima rispondiamo a queste domande poi andiamo contromano.