Il Tour “salvaciclisti”
La Francia ai francesi? Forse. E comunque i cugini ci provano a disegnare un Tour per il loro paladino Romain Bardet, predestinato ma non troppo. Eccola l’edizione numero 105 della Grande Boucle, tra le più brevi di sempre, tra le più dure, con tanto pavè e pochissimi chilometri a cronometro. Solo due tappe “contre la montre” come dicono loro che fa tutto un altro effetto: una sessantina, una metà a squadre e l’altra con un tracciato che è tutto un su è giù e che proprio per specialisti non è. Il velo sul percorso è stato tolto con una cerimonia in pompa magna nel Palazzo dei Congressi di Parigi. Si partirà il 7 luglio da Noirmoutier en l’Ile con arrivo il 29 luglio sui Campi Elisi, tanto per non cambiare, tanto per spiegare che il Tour è il Tour e i riti si conservano. “Hard race” hanno commentato un po’ tutti. Con due giorni di riposo il 16 luglio ad Annecy e lunedì 23 a Carcassonne. Meno chilometri, pochissimo crono, tante salite e tanto pavè così da rendere la vita più complicata a Chris Froome e tener lontano Tom Dumoulin che infatti pare tornerà al Giro per difendere la sua “rosa”. Spiccano i 21,7 km di pavè dell’Inferno del Nord, quello della Parigi-Roubaix, la salita di Plateau des Glieres su fondo stradale sterrato nella tappa di Grand Bornand e una frazione pirenaica di 65 km, breve ma tremenda, con traguardo sulle rampe del Col de Portet a 2215 metri. Buon terreno per il francese predestinato ma non troppo ma anche per i nostri Vincenzo Nibali e Fabio Aru se saranno della partita. La lunghezza complessiva si aggirerà intorno ai 3.329 km. “Abbiamo voluto sottolineare la varietà del percorso e delle tappe che potrebbero risultare decisive, combinando le salite leggendarie con quelle nuove per offrire una visione di ciclismo moderno e ispirato” ha spiegato il direttore Christian Prudhomme. Che poi ha messo l’accento su uno dei temi temi più importanti per chi va in bici e non solo per chi correrà il Tour: “Troppi ciclisti hanno perso la vita sulle strade negli ultimi mesi- ha spiegato- Basta con il massacro di campioni e di semplici amatori. Ricordo Scarponi, Guillou e tanti uomini e donne che non ci sono più. Diciamo basta”. Parte dal Tour la nuova campagna salvaciclisti ed è il palcoscenico perfetto per farsi sentire.