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Tutti parlano di Venezia. Tutti parlano della maratona che al 25mo chilometro sbaglia incredibilmente percorso e mette fuori gara gli atleti di testa. Errore grave, gravissimo ma di errore si tratta come spiega sul sito della Venice marathon il presidente Piero Rosa Salva :“Ci spiace moltissimo per quello che è accaduto- racconta- Si è verificata una circostanza negativa ma del tutto casuale. Mi spiego meglio: in quel punto del percorso gli atleti e la carovana dei mezzi di servizio che precede la testa della corsa si dividono. Gli automezzi imboccano il cavalcavia mentre gli atleti vengono deviati dal personale nel sottopassaggio pedonale, per poi ricongiungersi. Purtroppo, qualcosa non ha funzionato. Probabilmente i mezzi erano troppo vicini ai corridori e gli addetti al controllo del percorso non hanno avuto il tempo sufficiente per indirizzarli correttamente e quindi hanno seguito gli automezzi sul cavalcavia. La gara è stata fortemente compromessa per il gruppo di testa composta da Bett, Kemei, Kiplimo, Dawud, Chumba e Metto, e alcuni di loro hanno preferito ritirarsi. Gli inseguitori, tra cui Eyob Faniel, che avevano un distacco di circa 1 minuto, hanno invece trovato il varco regolarmente chiuso e quindi hanno proseguito nel percorso della maratona”. Non doveva succedere ed è successo. Non doveva succedere perchè gli organizzatori della Venice marathon hanno tutto da perdere da un episodio così e infatti ora cercheranno di capire bene qual è stata la falla che rischia di scalfire l’immagine di una gara bellissima, rodata, sempre ben organizzata nonostante le difficoltà logistica, i ponti, le passerelle  e gli agguati dell’acqua alta. Una gara che in tutti questi anni non ha mai avuto sbavature. E proprio per questo fanno sorridere e sembrano del tutto fuori luogo i sospetti, le illazioni di chi mette in dubbio la vittoria di Eyob Faniel, che corre per il Venicemarathon club. Solo dei folli avrebbero messo in piedi un piano così sotto gli occhi appassionati, telecamere, giornali italiani e stranieri per far vincere l’idolo di casa. Che ha vinto perchè ha avuto fortuna (un po’ ci vuole sempre)  ma che ha vinto perchè è andato forte e ha corso una maratona di tutto rispetto che si è meritato senza runbare nulla a nessuno.  Il venticinquenne  vicentino di origine eritrea allenato da Ruggero Pertile  era   alla sua seconda esperienza sulla distanza dopo l’esordio in 2h15’39”  nella passata stagione a Firenze e ha migliorato di oltre tre minuti il suo personale. Che non è poco e, chi corre in maratona, sa cosa significa. Poi è successo ciò che è successo, ma lui non ha colpe…