degaDal canavese alle Canarie sognando le Hawaii. Alessandro Degasperi  vince il triathlon medio di Candia  e ringrazia: “Per il tifo, per gli attestati di stima, per il piacere di aver preso parte ad una delle storiche gare no draft italiane e per aver incontrato così tanti atleti amanti del vero spirito del nostro sport…”.  Complimenti a tutti, ad  atleti ed organizzatori scrive l’atleta fiemmese sulla sua bacheca Facebook e, ovviamente complimenti a lui, che in 3 ore e 39 minuti ha completato una gara bella ma difficile soprattutto nell’ultima frazione di corsa mettendosi dietro Bruno Pasqualini ( 3.43″) e lo svizzero Nicolas Beyeler (3.49″). Fine. Il “Dega” è atleta di sostanza e di poche parole e il mezzo di Candia resta una bella soddisfazione ma è solo una tappa di avvicinamento all’Ironman di Lanzarote  che correrà tra due settimane. Le Canarie sono un po’ casa sua.  Con “El mas duro…” l’azzurro ha sempre avuto un gran feeling, è stata la sua prima vittoria nel circuito Ironman tre anni fa, è stato un bel secondo posto lo scorso anno e sarà quest’anno l’occasione per strappare il nullaosta alla qualificazione per la finale mondiale delle Hawaii a Kona. In Sudafrica il mese scorso sono arrivati i punti di un settimo posto ma non è andata come si sperava: “Abbiamo portato a casa la pelle- ha raccontato- ma poteva andare molto meglio. Ho perso una borraccia con gli zuccheri dopo il giro di boa e quando me ne sono accorto mi si è gelato il sangue. Sono andato in crisi, mi sono ripreso, ho corso un buona prima mezza maratona e poi sono andato in crisi di nuovo…” Capita. Ma si guarda ovviamente avanti. Così dopo Caldaro e dopo Candia si torna alle Canarie dove nel 2015 tutto ( molto) è ricominciato con una vittoria che è arrivata alla fine di un tormentato infortunio, dopo quella caduta di  Zell Am See che l’aveva costretto ad operarsi una spalla. Una vita fa. Poi sono arrivate due finali Ironman mondiali consecutive ed una terza nel mirino con un biglietto da strappare proprio su uno dei suoi terreni preferiti. Anche se “Ogni gara di triathlon ha sempre un fascino diverso- spiega – I gesti sono gli stessi, sembrano automatici ma raccontano molto di più..”. A dire che può sembrare facile, che può sembrare scontato ma non lo è. Non lo è mai.