Ecco la “Otzi”, dove osano i ciclisti…
Ötztaler Radmarathon, una storia infinita che da queste parti, sulle montagne, si scrive pedalando. Con le gambe, con il cuore, con la voglia di godersi fatica e paesaggi, con pazienza e con tenacia perchè la voglia di mollare, di girare la bici e piantarla lì prima o poi arriva…Una storia che si scrive anche con i numeri. Che fanno impressione: partenza da Sölden per scendere fino a Oetz (800m) e poi risalire fino al Kühtai (2020m). Ancora discesa fino a Kematen e poi in direzione di Innsbruck (600m). Quindi lieve salita fino al Brennero (1377m) per poi scendere fino a Vipiteno (960m). Si gira a destra per proseguire in salita fino al Passo Giovo (2090m) e poi giù fino a San Leonardo in Passiria (700m) e quindi gran finale con la salita al Passo Rombo (2509). Il traguardo di questo sogno è Sölden (1377m). E il primo settembre quel traguardo lo inseguiranno 4mila ciclisti in una lunga, infinita, giornata faticosa. Tutti insieme, ma ognuno da solo. “Ognuno volontariamente…” sottolineano quasi a dire che è una scelta quella di avventurarsi nella Otzi, una libera scelta, Volontariamente come i volontari che si trovano un po’ ovunque, sulle strade, sui passi, ai traguardi, ai ristori. “Senza di loro non sarebbe possibile disputarla- assicurano gli organizzatori- Sono un centinaio di maggiordomi, le colonne portanti di una tradizione che con passione e ingaggio si mettono a disposizione per aiutarci e per assistere i partecipanti là dove c’è bisogno. Anno dopo anno accorrono a centinaia, distribuiti lungo i 238 km e 5.500 metri di dislivello. A loro va un grande grazie…”. La Ötztaler Radmarathon è (e rimane) una grande festa della bici, che tocca 5 passi alpini, Kühtai, Brennero, Giovo, Passo Rombo, per giungere al traguardo di Sölden. E c’è la fila per partire domenica primo settembre. C’è chi la chiama la lotteria della fatica e infatti chi vuole partecipare deve preiscriversi entro il 28 febbraio. Dopo tale data non sarà più possibile ed entro metà marzo le richieste verranno estratte perchè solo 4.000 potranno partecipare. Una storia infinita che si ripete da 39 anni che sono un’infinità, che sono facce felici, sfatte, gambe, mani alzate, rese e rivincite. Lo slogan parla chiaro, ma non mente: “è la competizione più dura e impegnativa delle Alpi” e chi l’ha fatta conferma. Ma nessuno si spaventa, anzi. Si parte all’alba stringendosi nelle cerate finchè si può. Si parte quando i tiratori scelti dell’esercito austriaco danno il via con un potente colpo di cannone. Al lungo serpentone serve mezz’ora per lasciarsi alle spalle il Tirolo e puntare verso il fondovalle dell’Ötztal. Si parte ognuno con la propria voglia e con le proprie attese. E ci provano in tanti ad arrivare, tutti vien da dire Tempo previsto? Ore, tante, tantissime, da non crederci. “Di dura e incredibile fatica” è scritto su una locandina. Che non è uno spot. C’è tutto il tempo per gioire, godere. soffrire, sudare, imprecare, riflettere e pensare. Oppure ripensarci. Ma il bello è tutto lì…