Risti: “Così si migliora il nuoto nel triathlon”
Sembra una mattina come tante con il traffico dell Fiera milanese che ti blocca anche in moto ma il Triathlon organizzato Aqua Sphere nella palestra milanese Tri60 un po’ ti fa svoltare. Diventa un’occasione per fare i “compiti” in compagnia di qualche collega e di Justine Mattera, testimonial più che mai attiva e coinvolta. Carta e penna che qui servono più che altrove perchè in bici, sui primi 10 chilometri del percorso simulato del 70.3 di Chia, e sui tapis roulant di ultima generazione che ti segnalano praticamente tutto, dai wattaggi ai tempi di spinta e di impatto a suolo, la valanga di dati che ti porti a casa e su cui riflettere è praticamente infinita. Ma è soprattutto nel nuoto che si va a lezione. Perchè le vasche dove si sbraccia praticamente da fermi di fronte ad un getto che simula la corrente sono il posto perfetto per capire come si nuota e dove ci si deve correggere. Basta dar retta a ciò che suggerisce Ivan Risti, triatleta di lungo corso, da bordo vasca e a ciò che si vede negli specchi che hai sotto e davanti. E allora fai in fretta a capire che la bracciata sinistra non si stende, che quella destra tende troppo ad incrociare, che sotto la pancia le remate sono poco efficaci, che le gambe dietro perdono troppo spesso l’allineamen con il resto del corpo. Insomma un disastro. Ma c’è rimedio: ” Ci sono cinque punti importanti su cui lavorare per migliorare la frazione di nuoto di un triatleta- spiega Risti– A cominciare dalla frequenza che va variata inserendo lavori con numero di bracciate nettamente superiori che migliorano la velocità media e la capacita i mantenerla nel tempo”. E ovviamente il rapporto migliora quando si nuota con la muta che grazie al neoprene favorisce il galleggiamento. “Il secondo aspetto da considerare è la forza- continua l’atleta della Dds– Correnti, onde , freddo fanno diminuire la capacita di scivolamento nell’acqua e con la forza riusciamo a supplire, quindi va allenata con attrezzi specifici come i lacci alle caviglie, le palette, o le pinnette”. In piscina è importante poi simulare condizioni diverse o creare difficoltà che permettano di adattarsi poi in gara come il cambio di corsia ad ogni vasca, l’uscita e il rientro dalla vasca o altre interruzioni. “E’ importante la scelta dei materiali- spiega Risti- che devono essere il più possibile adatti alle proprie caratteristiche: i nuotatori più esperti scelgono mute che garantiscono migliore mobilità a scapito del galleggiamento, quelli meno esperti è preferibile facciano il contrario. Per gli occhiali è meglio sempre privilegiare la visibilità anche laterale e la confortevolezza sul viso”. Infine la tecnica, che va sempre migliorata anche se in età adulta è piu complicato: “E’ fondamentale dedicare sempre una parte dell’allenamento alla tecnica che non macinare chilometri su chilometri a caso. Solo così si migliora”.