Triathlon, Cala Ponte dà una chanche ai detenuti
Ci sono gare e gare. Dure, veloci, facili, epiche, storiche. Gare classiche, corse monumento, quelle che almeno un volta nella vita… E poi ci sono gare che danno un senso allo sport che è spesso la via più diretta per per esaltare ciò che siamo e facciamo, un momento della nostra vita o un sentimento, per ricordare o dimenticare o per riscattarsi. E in questa direzione va il progetto TriChanche a cui si sta lavorando nella casa circondariale di Trani e che porterà un gruppo di detenuti al via della Gara di Triathlon di Cala Ponte Triweek che si correrà il 19 maggio. Una sfida non facile. Complicata dal punto di vista logistico ma ovviamente non solo da quello. ““L’idea, elaborata di concerto con l’Associazione dilettantistica sportiva Otrè su iniziativa di Domenico Lippolis e Linda Cavallo- spiega il Direttore della Casa Circondariale di Trani il dottor Giuseppe Altomare – è stata accolta con entusiasmo sia dai funzionari di Polizia Penitenziaria che dell’Area Pedagogica. Risponde ad una duplice esigenza. Da un lato prevede la realizzazione di un’area, appositamente attrezzata per le attività sportive delle persone detenute, dall’altro darà la possibilità ad alcuni detenuti che saranno in condizione giuridiche tali da fruire di permessi premio concessi dal Magistrato di Sorveglianza, di misurarsi con l’esterno, nel triathlon di Polignano a Mare”. C’è un triathlon che offre una chanche quiindi. Che diventa progetto sociale e che si realizza grazie alla collaborazione del Team All Tri Sport , di To Do Tri che fornirà i pogrammi di allenamento, di Magnetic Days che metterà a disposizione i rulli per la preparazione ciclistica, si Made in Carcere e di Studio Sport. E grazie anche ad alcuni tecnici federali della Fitri che settimanalmente in carcere cureranno la preparazione atletica di undici detenuti tra cui una donna. “La condizione di detenzione, per definizione, corrisponde alla deprivazione della libertà del corpo e può evidentemente sortire notevoli effetti sulla mente, e quindi sulla psiche, di chi la subisce- spiega il direttore del carcere di Trani- L’aver commesso dei reati, o l’essere accusati di averne commessi, non può comportare l’annullamento fisico e quasi inevitabilmente psichico. Ogni attività sportiva quindi, specie se adeguatamente sopportata e guidata, non può che essere benvenuta in un istituto penitenziario”. Triathlon sia quindi. Nuotare, pedalare e correre verso il Cala Ponte Triweek per una sfida che avrà anche un altro, importante, riscontro concreto. Servirà infatti, con il progetto finanziario sostenuto dall’Ance Giovani del Bat, a raccogliere fondi per la realizzazione di una palestra che sarà realizzata al’interno dell’istituto di detenzione a disposizione di tutti i detenuti. Ci sono gare e gare. Ma alcune valgono di più…