Sogni (ed incubi) di un maratoneta
“Ma tu in quanto la fai una maratona?” Dettagli. Non c’è un tempo nella maratona perchè ognuno ha il suo ed è il tempo migliore. Forte, fortissimo, piano adagio o camminando…Che alla fine sono due sport diversi, a volte lontanissimi, sfide che fanno arricciare il naso ai puristi, sfide raccolte quando scatta una scintilla che cancella ragione e buonsenso . Non è un fatto tecnico. E’ una scelta, per tirarsela un po’ si potrebbe anche dire che è una filosofia. A una certa età si diventa più saggi e non ci sono muri da abbattere o scavalcare. Chissenefrega. Torni finalmente a fare i conti solo con te stesso anche se poi forse è l’avversario peggiore che ti aspetta, quello che non fa sconti. Poi guardi in faccia quelli che ti sfilano più veloce e capisci che ognuno ha in testa il suo tormento. E’ la stessa “battaglia”. Il sogno è lo stesso ma sempre diverso, cangiante, a volte agile e leggero, altre pesante come quando si va a letto dopo aver mangiato pesante. C’è chi non molla, chi spinge sempre fino in fondo, chi deve fare il personale, chi per un minuto in meno si venderebbe l’anima, chi se non è giornata si ferma, chi un centimetro dopo il traguardo si fa il selfie da postare sui social, chi fa 42 chilometri e non lo diresti mai. C’è chi ride, chi s’incazza, chi piange e c’è chi soffre perchè sono mille anche i modi di esorcizzare la fatica. E quella c’è sempre, per tutti. C’è chi batte il cinque, chi arriva al traguardo con i figli, chi applaude alla bande che suonano, chi ai bersaglieri, chi trova la forza e l’agilità di accennare anche un paio di passi di flamenco. C’è chi ci crede e chi finge di non crederci. C’è chi dice mai più e chi invece fino alla fine dei giorni. Domenica si corre la Milano marathon e la storia continua.