Il Drive in all’Idroscalo che c’azzecca?
Il «Drive in» ricorda due cose a chi ha una certa età: lo storico programma di Antonio Ricci che negli Anni Ottanta su Italia 1 rivoluzionò la comicità della tv italiana e le avventure di Fonzie e Richie Cunningham che in Happy days, una sera sì e l’altra pure, parcheggiavano Triumph e Chevrolet davanti a megaschermo del cinema all’aperto di Milwaukee. Anni andati che però tornano. Così anche Milano ripropone il suo «Drive in» come nei film americani. Lo fa all’Idroscalo, il «mare dei milanesi», ma soprattutto tempio dello sport di una città che, in attesa del miracolo olimpico da questo punto di vista non ha molte certezze. Lo fa nel teatro di campionati di canottaggio e ultimamente della coppa del mondo di triathlon e paratriathlon ma dello sport in genere perchè qui si nuota, si corre, si pedala, si gioca a rugby… Da fine mese, il Cinema Bianchini organizzerà ogni weekend una serie di proiezioni per gli spettatori automuniti che entreranno in «platea» dall’area tribune dell’Idroscalo per godersi lo spettacolo dall’abitacolo della vettura. Un’idea. Che riporta al fascino degli anni passati ma che stride con la vocazione sportiva di un luogo come l’Idroscalo che con le auto posteggiate sul viale delle tribune sinceramente ha poco da spartire. E sembra un po’ la stessa logica che ha scatenato non poche polemiche sul concertone di Jovanotti a plan de Corones. Ogni luogo ha una sua origine e una sua vocazione. Nulla contro il «Drive in», anzi. Ma all’Idroscalo non «c’azzecca» direbbe Di Pietro. E forse si poteva organizzare nel parcheggio di un centro commerciale o di un fast food che l’avrebbe reso più credibile e più in sintonia con le ambientazioni anni Sessanta di Happy days. Anche perchè sempre all’Idroscalo il Cinema Bianchini, organizza anche il «Cinema in spiaggia» con proiezioni da godersi ben accomodati sulle sdraio della spiaggia. Bastava quello…