Figurati se non c’è il Giro?
Ma figurati se non c’è il Giro? E infatti c’è. Parte da Budapest sale sull’Etna, sul Colle dell’Agnello e sull’Isoard e poi arriva a Milano con una crono di 16 chilometri volata via da Cernusco . Tutto come previsto, come dev’essere. Sarà un grande Giro perchè una primavera “Senzagiro” non si poteva neppure immaginare e forse sarà il più bello di sempre tra fughe, distacchi, volate, pianti e sorrisi, cotte e grandi imprese. Un Giro di fatiche con al via tutti i migliori da Nibali a Froome, da Sagan a Carapaz a Dumoulin a Evenepoel che si daranno battaglia tappa dopo tappa attraverso le storie di scrittori e di illustratori che ogni giorno racconteranno il Giro che non c’è ma che invece ci sarà. Un omaggio a una tradizione che metterà insieme emozioni e sguardi differenti, paesaggi, ricordi, storia e storie che si intrecciano da più di un secolo lungo le strade e la primavera. Non si sa chi vincerà e chi perderà. Accadrà tutto giorno per giorno, come in una corsa vera. Come se tutto fosse normale, come se non si fosse mai smesso di pedalare e come come se il virus fosse solo un brutto incubo. Un gioco, che proverà a lenire la malinconia di tanti appassionati, contribuirà con una raccolta fondi destinata a chi si sta impegnando nella lotta contro l’ emergenza. Una lunga volata che nel 1909 cominciò da un’idea del giornalista della Gazzetta Tullio Morgagni con una prima edizione organizzata in fretta e furia per battere sul tempo Il Corriere della Sera e che continua nonostante tutto. Quel 13 maggio 127 ciclisti si presentarono alle 2.53 in una Milano illuminata a festa per affrontare un percorso che li avrebbe fatti pedalare per 2mila e 447 chilometri passando per Bologna, Chieti, Napoli, Roma, Firenze, Genova e Torino. Il 9 maggio più o meno faranno la stessa cosa: ma figurati se non c’è il Giro?