La quarantena non ci ha reso migliori. Solo più lenti…
La quarantena ci renderà migliori…Tutte balle!. La quarantena ci ha restituiti alle nostre cose esattamente come prima, forse un po’ più arrabbiati, in astinenza, un po’ più poveri e sicuramente più in carne perchè tutti abbiamo mangiato di più. Però per molti la quarantena è stata l’occasione riprendersi il tempo che era andato perduto nella rincorsa quotidiana a una vita compressa. E allora stop. Obbligati a staccare la spina, obbligati a fermarsi, obbligati riconnettersi con i ritmi delle giornate, con le pause, con la noia , con una lentezza che ha sempre il suo fascino. Anche nello sport .L’elogio della lentezza è un alibi, tanto per chiarirsi subito. La logica delle competizioni impone infatti di andare veloci. Sempre più veloci. Per vincere, per conquistare una medaglia, per dare un senso i propri allenamenti, per chi ha creduto in te e anche ( forse soprattutto) per se stessi. C’è una velocità oggettiva fatta di tempi e di numeri. E poi c’è una velocità soggettiva, a misura, a sensazione. Ognuno ha la sua di velocità e anche chi va piano a suo modo va veloce. Basta intendersi. A vent’anni si vola, a trenta anche poi piano si comincia a rallentare. Così arriva il giorno in cui la velocità diventa un’ipotesi possibile (o impossibile), diventa un valore indefinito, una variabile trascurabile, un dettaglio. Che differenza c’è tra correre e una maratona o finirla? Tra arrivare al traguardo di un ironman sotto le 12 ore o trascinarsi al traguardo fino a notte fonda? C’è una differenza enorme, sono due sport diversi. E’ ovvio. Ma è proprio qui che ci viene in aiuto la lentezza. La lentezza va in linea retta, procede per segmenti. Ecco, «segmento» è la parola chiave. Per sopportare il tempo che si consuma e ci consuma, conviene spezzettarlo, sbocconcellarlo, ridurlo in frammenti, masticarlo a lungo. Così lo possiamo digerire meglio. Come la fatica. Non più tutta di un fiato ma a pezzetti, senza fretta. In un certo senso assaporandola e godendosela. Così che si capisca bene di cosa si tratta. Così da farla accettare alla nostra testa che a ragion di logica la rifiuta. Ed è forse proprio per questo che certe fatiche ad una certa eta non si ha più il coraggio di farle. Ed è proprio per questo che viene da elogiarla ( la lentezza). Chi fa le cose rapidamente, non è così di natura: nessuno nasce veloce. Chi fa le cose rapidamente è semplicemente un lento fallito…