Dal 3 al 25 ottobre si corre il Giro d’Italia numero 103. Strano un Giro che si corre ad ottobre ma ormai, nell’epoca del coronavirus,  è tutto strano… Talmente strano che vien quasi da chiedersi se abbia un senso, se  non sia una forzatura, se davvero alla fine vincerà il  più forte o il più fortunato, quello che schiverà la roulette dei tamponi o quello che resisterà al freddo e forse alla neve sulle montagne.  Ma tant’è,  prendere o lasciare. E molto perchè il Giro è storia e  passione ma molto anche perchè il Giro è business  e sponsor si è deciso di “prendere”. E che non sia una decisione solo romantica lo spiega il fatto che il Giro è anche un bel giro di soldi che lo scorso anno,  tra sponsor e diritti televisivi, ha “smosso” una quarantina di milioni. Mica bruscolini. Ma è giusto così, il ciclismo è un’azienda che dà lavoro non solo a chi pedala e quindi è giusto far di tutto perchè non salti per aria.  Così sabato si parte:  21 frazioni da Palermo a Milano,  3 cronometro individuali, 6 tappe di bassa difficoltà adatte ai velocisti, 6 di media difficoltà e 6 di alta difficoltà che sono le tappe di montagna con tutte le incognite del caso .  Al via Vincenzo Nibali che cerca il tris, il trionfatore del Tour de France 2018 Geraint Thomas, Peter Sagan che dopo aver fatto il testimonial per una serie straordinaria di spot ora dovrà pedalare a caccia di  quella vittoria di tappa che gli è sfuggita in Francia,  il vincitore della Vuelta a España 2018 Simon Yates,  il vincitore del Giro di Lombardia  Jakob Fuglsang . E poi  Rafal Majka , Ilnur Zakarin, Giulio Ciccone. Michael Matthews, Diego Ulissi,  Elia Viviani, Arnaud Demare e Fernando Gaviria.  La prima maglia rosa, nella crono di 15 chilometri da Monreale a Palermo  se la giocheranno il neo campione del mondo Filippo Ganna, Rohan Dennis, Victor Campenaerts e Tony Martin.  Insomma tutti (o quasi) i migliori. Tutto ( o quasi) come sempre. Tutto come solo un anno fa nessuno avrebbe immaginato.