Un Paese a pezzi dove conta solo Juve-Napoli
Le scuole sono aperte a metà. Chi va, chi non va, chi fa lezione a distanza, chi non la fa proprio perchè non ci sono aule e professori, perchè non si può permettere un computer o perchè dove vive non c’è connessione. C’è chi a causa del Covid ha perso il lavoro e chi rischia di perderlo. Pochi giorni fa Sergio Silvestrini, segretario generale della Confederazione nazionale dell’Artigianato, non ha usato giri di parole per spiegare che il fondo bilaterale per la cassa integrazione non è più in grado di erogare prestazioni. Insomma sono finiti i soldi. Il risultato è che ci sono 423 mila lavoratori delle imprese artigiane ancora in attesa del sussidio da maggio. Non va meglio per chi lavora in proprio: a Milano, secondo i dati diffusi qualche tempo fa da Confcommercio un negozio su tre sta per chiudere e gli altri non se la passano tanto meglio, diciamo che sopravvivono. Idem per il turismo tra giugno 2019 e 2020 ha registrato un calo occupazionale di 246 mila unità(-16,1%), di cui 158 mila nei servizi di ristorazione (-13%) e 88 mila nel settore degli alloggi: quest’ultimo ha visto crollare la base occupazionale del 28,3%. E idem anche per l’automotive, settore chiave nell’economia del nostro Paese. Negli ultimi sette mesi – fa sapere Federauto le concessionarie hanno registrato una perdita di fatturato che oscilla tra il 40% e il 60%. E i posti di lavoro a rischio sono più di 150 mila in tutta Italia se si considera anche l’indotto. E si potrebbe continuare. Ma sono dettagli. In un Paese dove l’emergenza Covid ha praticamente cancellato quasi tutto lo sport dilettantistico e, cosa ancor più grave, quello dei movimenti giovanili ciò che conta è che il campionato di calcio di Serie A vada avanti in una recita patetica buona solo per sponsor e televisioni. Che sia un campionato fasullo ed inutile lo sanno tutti ma è una sceneggiata necessaria ancorchè senza pubblico e regole certe. Ciò che conta è che si giochi Juventus-Napoli in una farsa assurda che vede la Ast di Napoli e la Lega calcio impegnante in un braccio di ferro tanto assurdo quanto ridicolo vista la situazione. E la fotografia è quella dell’orchestrina che continua a suonare mentre il TiItanic affonda. Un’immagine abusata e strabusata che però, purtroppo, dalle nostre parti è sempre di moda.