Traguardo volante, la bici è arte
Un traguardo volante si incontra strada facendo. Non è l’epilogo della corsa: si sprinta per l’abbuono, per la classifica a punti, per un piccolo premio. Poi si riprende a pedalare verso l’ultimo sprint, quello decisivo. Questa volta però il «Traguardo volante» è la tappa conclusiva di un viaggio che ha voluto celebrare il centenario di un mito dell’industria italiana, Columbus, e l’unicità dello stile e del gusto contemporaneo di Cinelli nel mondo del ciclismo. Una mostra, curata da Luca Beatrice, che racconta quanto sia profondo il legame tra arte, creatività e bicicletta. E’ la terza «tappa» di un viaggio cominciato con «Columbus Continuum» e «Anima d’acciaio» in una storia imprenditoriale lunga un secolo partita da via Stradella a Milano e poi nello storico stabilimento di Lambrate quando Angelo Luigi Colombo, dopo aver fatto esperienza in un’azienda metallurgica milanese, decise di mettersi in proprio per costruire tubi di ferro e d’acciaio trafilati a freddo destinati agli usi ciclistici e poi per mobili in acciaio cromati e poi ancora per telai metallici e tubi impiegati nell’industria aeronautica. Un viaggio infinito tra imprenditoria e creatività che non si è mai interrotto e che, dopo il passaggio di testimone al figlio Antonio. Anzi. «Traguardo volante» s’intreccia con la «doppia personalità» di Antonio Colombo, imprenditore e innovatore attento al linguaggio, alla sperimentazione, all’estetica applicata alla funzionalità, collezionista e infine gallerista, curioso scopritore di talenti, con un occhio rivolto al suo Paese e l’altro verso l’America, ai suoi sogni, alla sua musica, alle sue strade. Il rapporto tra arte e bicicletta ha origini ottocentesche. Un veicolo che piaceva molto ai Futuristi, che ha accompagnato le avventure delle neo avanguardie, dai Situazionisti ai Provos, e che è diventato oggetto di stile a partire dagli anni Ottanta, indossando livree e colori ultra pop fino ad assumere lo spirito ribelle del nuovo antagonismo ambientalista. La mostra segue tre strade. Invitando artisti come Ana Benaroya, Sam Binkow, Esteban Diacono, Futura 2000, Barry McGee, Gianni Piacentino, Russ Pope, Andy Rementer, Andrew Schoultz, Paolo Ventura, Zio Ziegler a a realizzare opere non tematiche, eppure ispirate a telai, materiali tubolari e tecnologici, alla velocità e alla competizione. La seconda, inserendo alcune opere della collezione privata di Colombo: un dipinto di Salvo, un rarissimo Maurizio Cattelan degli inizi e, soprattutto, un lavoro di Mario Schifano che ha colpito talmente tanto il curatore da fargli intitolare il suo testo in catalogo proprio così: «Anquetil is my chief, not you”. La terza, consultando l ’archivio Columbus- Cinelli, alla ricerca di curiosità, di documenti, di bici d’artista e di altri oggetti sorprendenti.
«Traguardo volante. Columbus e Cinelli tra arte e bicicletta» fino al 21 novembre nella Galleria Antonio Colombo Arte Contemporanea in via Solferino 44 a Milano