Lo sport fa bene. Migliora la qualità della vita,  muove l’economia perchè gli sportivi spendono e perchè c’è un esercito di persone per cui lo sport è lavoro, riduce la spesa per i farmaci e soprattutto quella sanitaria.  Dalle nostre parti ancora non l’abbiamo ben capito e continuiamo a considerarlo un passatempo, una fissazione per gente tutta muscoli e poco cervello. Senza parlare delle scuole dove lo sport viene quasi sempre considerato materia inutile nonostante l’abnegazione di molti “prof” di motoria. Siamo un Paese che nel nuovo governo non ha un ministro dello sport ma neppure un sottosegretario. E questo la dice lunga. La pandemia però un po’ di abitudini le sta cambiando, un po’ per convinzione un po’ per furbizia perchè, in periodo di lockdown, lo sport era per molti la sola via di fuga. Comunque c’è più gente che corre, che cammina, che pedala e (a prescindere) questo è un buon segno. In Inghilterra le cose vanno meglio.  Da quando è esplosa l’emergenza gli inglesi, più di altri in Europa, hanno cominciato a muoversi. Una ricerca della Health Foundation ha rilevato che con  le restrizioni anti Covid-19 c’è stato un chiaro aumento del camminare e dell’andare in  bicicletta il che,  secondo i ricercatori, rappresenta un’opportunità per i  politici di incoraggiare ulteriormente forme di mobilità più green e più sane. Lo studio ha elaborato anche una proiezione statistica degli effetti dell’incremento dell’attività fisica sulla salute dei sudditi di Sua Maestà: “Sulla base dell’analisi condotte- spiega la ricerca-  se i livelli di esercizio sportivo aumentassero ogni settimana di un totale di 30 minuti in bicicletta e 30 minuti di camminata relativamente a tutta la popolazione ci sarebbe una riduzione annuale di circa 6.100 decessi”.