Fare sport è come lavarsi denti
Un sabato a sera di qualche tempo fa un amico che di fare sport ma anche due passi non ne ha mai voluto sapere a cena mi disse: “Alzarmi all’alba per andare a correre o per uscire in bici? Ma figurati…Per me la domenica è un giorno di riposo. Però anche io come voi mi metto il pettorale, poi mi sdraio sul divano e mi guardo il gran premio di formula uno…”. Punti di vista, stili di vita, filosofie diverse. C’è chi gode a far fatica e chi invece no. Ma lo sport è benessere se diventa pratica quotidiana. E non è mai troppo tardi per appendere le pantofole a chiodo. Conviene sempre. Anche a chi ha da un pezzo passato i 40, i 50 o i sessanta. Anche a chi nella vita non ha mai corso, nuotato o pedalato. Anche a chi non ha mai fatto una rampa di scale. Anche per quella nutrita truppa di oziosi convinti che gli americani chiamano “couch potatoes”, i sedentari incalliti, che hanno scelto la poltrona come rifugio. Secondo un nuovo studio pubblicato sulla rivista “Circulation” http://circ.ahajournals.org/content/early/2018/01/03/CIRCULATIONAHA.117.030617 però per chi ha una certa età fare sport è l’ultima chance per ridurre o invertire il rischio di insufficienza cardiaca associato alla prolungata sedentarietà. Vale sempre, l’importanate è cominciare. E per rafforzare il cuore portandolo al di fuori della zona a rischio bastano 2 anni di regolare allenamento aerobico: camminare, nuotare, correre, intraprendere insomma attività sostenute che rafforzino lìapparato cardiocircolatorio aiutino il corpo a usare l’ossigeno in modo efficace. “La chiave è la giusta dose di esercizio- spiega Benjamin D. Levine, autore principale dello studio, fondatore e direttore dell’Institute for Exercise and Environmental Medicine, programma congiunto tra Texas Health Resources e Ut Southwestern Medical Center di Dallas- Quella ottimale va da 4 a 5 volte a settimana”. Ma gli esperti hanno identificato anche il momento migliore in cui il rischio cardiaco che deriva da una vita sedentaria può ancora essere abbassato ed è la “mezza età avanzata”, quando cioè il cuore ha ancora plasticità. I ricercatori hanno analizzato i cuori di 53 adulti fra i 45 e i 64 anni, sani ma “refrattari” al movimento fisico. A un gruppo è stato proposto un programma di 2 anni di allenamento che comprendeva un esercizio aerobico di intensità medio-alta per 4 o più giorni a settimana. Mentre il gruppo di controllo si è impegnato in yoga regolare, esercizi di equilibrio e allenamento con i pesi 3 volte a settimana per 2 anni. Quello che è emerso è che il gruppo sottoposto a un regime di attività aerobiche ha mostrato miglioramenti significativi nel modo in cui il corpo ha usato l’ossigeno e ha avuto una diminuzione della rigidità cardiaca, entrambi marcatori espressione di un cuore più sano. Non solo. “Precedenti studi hanno dimostrato che gli atleti di livello con alle spalle una vita di esercizio fisico ad alta intensità avevano significativamente meno effetti dell’invecchiamento sul cuore e sui vasi sanguigni- spiega Levine– E abbiamo scoperto che limitarlo a 2-3 volte a settimana non ha fatto molto per proteggere cuore, ma un’attività sostenuta per un tempo che va da 4 a 5 volte a settimana è risultata efficace nel prevenire l’invecchiamento del cuore quasi quanto l’esercizio più estremo degli atleti”. Per i ricercatori americani fare sport dovrebbe essere un po’ come lavarsi i denti tutte le mattine con un programma settimanale preciso: almeno una lunga sessione di tennis, ciclismo, corsa, danza, o camminata veloce; una sessione aerobica ad alta intensità; 2 o 3 giorni di esercizio a intensità moderata; almeno una sessione settimanale di allenamento per la forza fisica. Poi ci si può anche sdraiare sul divano che vale come “recupero”.